http://www.gifanimate.net/glitter/http://www.gifanimate.net/glitter/http://www.gifanimate.net/glitter/http://www.gifanimate.net/glitter/http://www.gifanimate.net/glitter/http://www.gifanimate.net/glitter/http://www.gifanimate.net/glitter/http://www.gifanimate.net/glitter/http://www.gifanimate.net/glitter/
Benvenuti a tutti. Ciao bambini. Sono la maestra Rosaria. Sorpresi? Anche se in ritardo ho mantenuto la promessa ed ora eccomi qua, su questo blog, dove passeremo un po' di tempo insieme. Saluto anche tutti i bambini e le colleghe che non conosco, sperando che vorranno condividere con noi esperienze, emozioni, sentimenti, sensazioni, idee.
Allora pronti? Salite tutti a bordo e ripercorriamo insieme le tappe più significative del nostro percorso.

venerdì 6 dicembre 2013

Vegliamo sulla speranza

Le quattro candele dell’Avvento
 
 
Bambini, come per gli Angeli, anche le candele dell’Avvento sono quattro, una per ogni settimana.
La candela  della prima settimana d’Avvento simboleggia la Speranza ed è di colore viola. Si chiama " Candela del Profeta " perché ci rammenta che molti secoli prima della nascita del bambino Gesù, uomini saggi, chiamati appunto profeti, mantennero viva  a lungo la speranza della nascita del Messia. Un profeta di nome Michea predisse perfino che Gesù sarebbe Nato a Betlemme !
Mantenere viva la  speranza è molto  importante per tutti, perché essa rafforza la voglia di farcela, di migliorare, di andare avanti anche quando le avversità della vita sembrano non lasciarci via di scampo.
Vi  invito perciò a leggere questa bellissima lettera di Tonino Bello- La carezza di Dio. Una lettera indirizzata a Giuseppe, l’umile falegname sposo di Maria che accettò la volontà di Dio con fede e con amore.
È di difficile interpretazione ad una prima lettura, ma a scuola la leggeremo più volte e poi potremmo fare opportune riflessioni.  Vi invito altresì a leggerla con i vostri genitori, in modo che possano, volendo, integrare le loro considerazioni con le nostre. Buona lettura
 
Lettera a Giuseppe
Dimmi, Giuseppe, quand'è che hai conosciuto Maria?
Forse, un mattino di primavera, mentre tornava dalla fontana del villaggio, con l'anfora sul capo e con la mano sul fianco snello come lo stelo di un fiordaliso? O forse, un giorno di sabato, mentre con le fanciulle di Nazareth conversava in disparte sotto l'arco della Sinagoga? O forse, un meriggio d'estate, in un campo di grano, mentre, abbassando gli occhi splendidi per non rivelare il pudore della povertà, si adattava all'umiliante mestiere di spigolatrice?
Quando ti ha ricambiato il sorriso e ti ha sfiorato il capo con la prima carezza, che forse era la sua prima benedizione e tu non lo sapevi… e poi, tu, nella notte, hai intriso il cuscino con lacrime di felicità? Ti scriveva lettere d'amore? Forse sì!
E il sorriso, con cui accompagni il cenno degli occhi verso l'armadio delle tinte e delle vernici, mi fa capire che in uno di quei barattoli vuoti, che ormai non si aprono più, ne conservi ancora qualcuna!
Poi, una notte, hai preso il coraggio a due mani, sei andato sotto la sua finestra, profumata di basilico e di menta, e le hai cantato, sommessamente, le strofe del Cantico dei Cantici: "Alzati, amica mia, mia bella e vieni! Perché, ecco, l'inverno è passato, è cessata la pioggia e se n'è andata.
I fiori sono apparsi nei campi, il tempo del canto è tornato e la voce della tortora ancora si fa sentire nella nostra campagna.
Il fico ha messo fuori i primi frutti e le viti fiorite spandono fragranza.
Alzati, amica mia, mia bella e vieni!
O mia colomba, che stai nelle fenditure della roccia, nei nascondigli dei dirupi, mostrami il tuo viso, fammi sentire la tua voce, perché la tua voce è soave e il tuo viso è leggiadro".
E la tua amica, la tua bella, la tua colomba si è alzata davvero. È venuta sulla strada, facendoti trasalire.
Ti ha preso la mano nella sua e, mentre il cuore ti scoppiava nel petto, ti ha confidato lì, sotto le stelle, un grande segreto. Solo tu, il sognatore, potevi capirla.
Ti ha parlato di Jahvé, di un Angelo del Signore, di un Mistero nascosto nei secoli e ora nascosto nel suo grembo, di un progetto più grande dell'universo e più alto del firmamento, che vi sovrastava.
Poi, ti ha chiesto di uscire dalla sua vita, di dirle addio, e di dimenticarla per sempre.
Fu, allora, che la stringesti per la prima volta al cuore e Le dicesti tremando:
"Per te, rinuncio volentieri ai miei piani. Voglio condividere i tuoi, Maria, purché mi faccia stare con te". Lei ti rispose di sì, e tu le sfiorasti il grembo con una carezza: era la tua prima benedizione sulla Chiesa nascente.
E io penso che hai avuto più coraggio tu a condividere il progetto di Maria, di quanto ne abbia avuto lei a condividere il progetto del Signore. Lei ha puntato tutto sull'onnipotenza del Creatore. Tu hai scommesso tutto sulla fragilità di una creatura.
Lei ha avuto più fede, ma tu hai avuto più speranza. La carità ha fatto il resto, in te e in lei.
 
Vegliamo sempre sulla Speranza bambini alimentando la  fiamma  della Candela del profeta con il nostro Amore.

Nessun commento:

Posta un commento