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Benvenuti a tutti. Ciao bambini. Sono la maestra Rosaria. Sorpresi? Anche se in ritardo ho mantenuto la promessa ed ora eccomi qua, su questo blog, dove passeremo un po' di tempo insieme. Saluto anche tutti i bambini e le colleghe che non conosco, sperando che vorranno condividere con noi esperienze, emozioni, sentimenti, sensazioni, idee.
Allora pronti? Salite tutti a bordo e ripercorriamo insieme le tappe più significative del nostro percorso.

giovedì 25 dicembre 2014

L'Eterno Incanto

Era una notte meravigliosa, le stelle brillavano nel cielo.
I pastori vegliavano di notte facendo la guardia al loro gregge.
Ad un tratto un angelo del Signore apparve in mezzo a loro  e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da gran spavento, ma l’angelo disse loro:


Appena gli angeli si furono allontanati per tornare in cielo, i pastori dicevano tra loro: «Andiamo  fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere.»
Andarono e…


                         


Andarono e…Ecco! Una grotta! Un Bambino giaceva sulla paglia: era Gesù, Speranza di pace, di salvezza per tutti i popoli e per tutte le culture della  Terra.
I pastori poi se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro. (Luca 2, 8-20).


Inizia l’eterno incanto, il Natale.

I pastori hanno creduto in Dio e alle sue parole. Andiamo anche noi a Betlemme, c’è una culla che abbiamo tanto atteso, c’è un Bambinello che rinasce per ricordarci che la pace, l'amore, la speranza, la fede iniziano da noi, dal nostro cuore, dalla nostra volontà nel credere, nel desiderare e volere un futuro migliore per tutti. Se ascoltiamo la sua Parola, insieme ce la faremo! Crediamoci anche noi come fecero i pastori.


Per quelli che mi riconoscono,
la mia giustizia sorgerà come il sole.
  I suoi raggi porteranno la guarigione
               
A Gesù Bambino
La notte è scesa
e brilla la cometa
che ha segnato il cammino.
Sono davanti a Te, Santo Bambino!
Tu, Re dell’universo,
ci hai insegnato
che tutte le creature sono uguali,
che le distingue solo la bontà,
tesoro immenso,
dato al povero e al ricco.
Gesù, fa’ ch’io sia buono,
che in cuore non abbia che dolcezza.
Fa’ che il tuo dono
s’accresca in me ogni giorno
e intorno lo diffonda,
nel Tuo nome.
Umberto Saba



mercoledì 24 dicembre 2014

Accendiamo la Festa

Siamo prossimi alla Capanna dove, da  più di duemila anni, nasce un Bambinello che è fonte di  Luce, Amore, Speranza, Gioia per l’intera umanità.

Accendiamo la festa nei nostri cuori, il Natale è ormai ad un soffio da noi!
Rafforziamo  il tempo della nostra attesa rinnovando nei nostri cuori la pace, l’amore, speranza, la carità, la fede. Andiamo incontro a Gesù con le lampade accese. La sua parola di salvezza illuminerà la nostra strada.
Vieni Gesù. Ti aspettiamo.

Questo non si era mai visto: una candela che rifiuta di accendersi. Tutte le candele dell'armadio inorridirono. Una candela che non voleva accendersi era una cosa inaudita! Mancavano pochi giorni a Natale e tutte le candele erano eccitate all'idea di essere protagoniste della festa, con la luce, il profumo, la bellezza che irradiavano. Eccetto quella giovane candela rossa e dorata che ripeteva ostinatamente: «No e poi no! Io non voglio bruciare. Quando veniamo accese, in un attimo ci consumiamo. Io voglio rimanere così come sono, elegante, bella e soprattutto intera.».
«Se non bruci è come se fossi già morta senza essere vissuta», replicò un grosso cero, che aveva già visto due Natali. «Tu sei fatta di cera e stoppino, ma questo è niente. Quando bruci sei veramente tu e sei completamente felice». «No, grazie tante», rispose la candela rossa. « Ammetto che il buio, il freddo e la solitudine sono orribili, ma è sempre meglio che soffrire per una fiamma che brucia». «La vita non è fatta di parole e non si può capire con le parole, bisogna passarci dentro», continuò il cero. «Solo chi impegna il proprio essere cambia il mondo e allo stesso tempo cambia se stesso. Se lasci che la solitudine, buio e freddo avanzino, avvolgeranno il mondo». «Vuoi dire che noi serviamo a combattere il freddo, le tenebre e la solitudine?». «Certo!», ribadì il cero. «Ci consumiamo e perdiamo eleganza e colori, ma diventiamo utili e stimati. Siamo i cavalieri della luce». «Ma ci consumiamo e perdiamo forma e colore». «Sì, ma siamo più forti della notte e del gelo del mondo», concluse il cero.
Così anche la candela rossa e dorata si lasciò accendere. Brillò nella notte con tutto il suo cuore e trasformò in luce la sua bellezza, come se dovesse sconfiggere da sola tutto il freddo e il buio del mondo. La cera e lo stoppino si consumarono piano piano, ma la luce della candela continuò a splendere a lungo negli occhi e nel cuore degli uomini per i quali era bruciata.

 Accendiamo insieme    


Accendiamo insieme
la festa di Natale
con tante luci e suoni
e un gesto di bontà.

In ogni angolo del mondo
ha un colore il girotondo,
ma tutti aspettano a Natale
un qualcosa di speciale.

Mille sono gli auguri
per ogni persona e ogni età,
ma tutti sperano a Natale
che un sorriso passi là.

Una stella su nel cielo
oggi per tutti brillerà,
la speranza che domani
qualche cosa cambierà.

Noi bambini festeggiamo
e un regalo arriverà
stiamo tutti più vicini:
questa è la felicità.

Accendiamo insieme
la festa di Natale
con tante luci e suoni
e un gesto di bontà.
Accendiamo la festa nei nostri cuori, il Natale è ormai ad un soffio da noi!

martedì 23 dicembre 2014

Fiabe e leggende natalizie

Il Santo Natale è una festività che ha radici molto profonde; le fiabe e le leggende narrate lungo i secoli sono la testimonianza del segno lasciato nella nostra storia e vogliono in qualche modo spiegarci come sono nate le tradizioni legate all’albero di Natale, al presepe, alla stella di Natale.
 

Il pettirosso
 
Nella stalla dove stavano dormendo Giuseppe, Maria e il piccolo Gesù, il fuoco si stava spegnendo. Presto ci furono soltanto alcune braci e alcuni tizzoni ormai spenti. Maria e Giuseppe sentivano freddo, ma erano cosi stanchi che si limitavano ad agitarsi inquieti nel sonno. Nella stalla c'era un altro ospite: un uccellino marrone. Era entrato nella stalla quando la fiamma era ancora viva; aveva visto il piccolo Gesù e i suoi genitori, ed era rimasto tanto contento che non si sarebbe allontanato da lì neppure per tutto l'oro del mondo. Quando anche le ultime braci stavano per spegnersi, l'uccellino pensò al freddo che avrebbe patito il bambino che dormiva sulla paglia della mangiatoia. Spiccò il volo e si posò su un coccio accanto all'ultima brace. Cominciò a battere le ali facendo aria sui tizzoni perché riprendessero ad ardere. Il piccolo petto bruno dell'uccellino diventò rosso per il calore che proveniva dal fuoco, ma il pettirosso non abbandonò il suo posto. Scintille roventi volarono via dalle brace e gli bruciarono le piume del petto ma egli continuò a battere le ali finché alla fine tutti i tizzoni arsero in una bella fiammata. Il piccolo cuore del pettirosso si gonfiò di orgoglio e di felicità quando il bambino Gesù sorrise sentendosi avvolto dal calore. Da allora il petto del pettirosso è rimasto rosso, come segno della sua devozione al bambino di Betlemme.

La leggenda dell'albero di Natale
 


Accanto alla capanna dove era nato Gesù un alto abete faceva la
guardia. In alto brillavano la cometa e tante altre stelline.
Giunsero i pastori e ognuno portava doni al Bambino.
Dove appoggiarli? Videro l’abete con i suoi larghi rami e ad uno a uno vi appesero i doni.
Improvvisamente dal cielo caddero tante piccole stelle lucenti che andarono a posarsi anch’esse sui rami dell’abete, rendendolo brillante.
I doni fatti, dal cuore generoso degli umili pastori, brillarono nella notte.

 
Il primo presepio


 

E' la notte di Natale del 1228 ed è quasi mezzanotte. In un paesino della vallata di Rieti, Greccio, un pastore esce dalla sua umile casa con la sua famiglia. Vogliono vedere l'accendersi dei fuochi nella vallata, come era usanza in quelle campagne per annunciare la nascita di Gesù.
Ma invece di fuochi vedono tante fiammelle in movimento: è una processione di uomini, donne e bambini che, con le torce accese per illuminare la notte, si recano al convento dove vivono i frati.
E nel convento tutti si fermano e cantano: in una stalla c'è il Bambino Gesù, nella mangiatoia, e accanto a lui ci sono Maria e Giuseppe.
È il primo presepio vivente. Lo ha voluto un frate, vestito con un umile saio e con i piedi scalzi, san Francesco d’Assisi.
La tradizione è la memoria del tempo

lunedì 22 dicembre 2014

Il Suono della Pace

"...L’angelo viola canta il grande canto della Pace… Allora tutti i semi che dormono sulla Terra si risvegliano e la Terra stessa ascolta e trasale; il canto degli angeli ci dice che Dio non ci dimentica  e che un giorno…"

 
La pace non nasce all'ombra dei generali, non nasce nelle firme dei trattati; non nasce dalle strette di mano dei potenti.
Ma nasce sempre da un cuore libero, da un cuore rinnovato, da un cuore aperto all'amore.  
Lascia che la pace ti tocchi con una piume delle sue ali, il mondo intorno a te avrà i colori più semplici e più belli.
Il tuo cuore sarà come un giardino per chi incontrerai per la via.
La pace se la vuoi e se ci credi nasce anche oggi, in ogni bimbo che nasce, che vede il suo primo raggio di luce.
Ma oggi tra un regalo e un brindisi nasce il Principe della pace in una terra sempre in guerra.




Apriamo il cuore a questo piccolo d'uomo portatore di una speranza per ogni uomo grande e piccolo.
La pace può incominciare davvero; inizia dal tuo cuore.
Daniel F. 1988


Le opere dell’amore
sono sempre opere di pace.
Ogni volta che dividerai
il tuo amore con gli altri,
ti accorgerai della pace
che giunge a te e a loro.
Dove c’è  pace c’è Dio,
è così che Dio riversa pace
e gioia nei nostri cuori.
La Matita di Dio


Non esiste una via per la pace, la Pace è la Via.


Dalai Lama


Ascoltiamo con "un cuore silenzioso e attento" il suono della Pace e un giorno potrà esserci...nel mondo...


domenica 21 dicembre 2014

Il canto della Pace

Nella quarta settimana e ultima settimana di Avvento, appare in cielo un angelo dal mantello viola. L'angelo passa su tutta la terra tenendo col braccio sinistro una cetra d'oro. Suona una musica dolcissima e canta soavemente. Egli canta il canto della pace. Molti piccoli angeli lo accompagnano e cantano con lui. " Pace in terra agli uomini di buona volontà".  Per poterlo udire occorre avere un cuore silenzioso ed attento.

Se vuoi la Pace
dichiara guerra alla guerra
al tuo egoismo
che vuole tutto per sé
e non ti fa vedere il bisogno del tuo fratello.
Combatti ogni desiderio di dominio
che vuole farti comandare
nel gioco, a scuola, a casa,
dappertutto.
Se vuoi la Pace
cerca che tutti attorno a te
abbiano il necessario,
abbiano la possibilità di parlare:
siano liberi.
Come vuoi essere libero tu
di parlare, di lavorare, di pregare, di amare, di vivere.
La Pace incomincia da te.

Giuseppe Elba
dame larousse
La pace non è un sogno: può diventare realtà, ma per custodirla bisogna esser capaci di sognare.
Nelson Mandela
Se vuoi la pace mantieni sempre viva la fiamma dell’amore nel tuo cuore.
 
Ascoltiamo il Canto della Pace e la Pace inizierà dai nostri cuori 
  
  

sabato 20 dicembre 2014

Natale Insieme

Realizziamo gli addobbi natalizi in collaborazione, come ogni anno, con i bambini della scuola dell’infanzia e la carissima maestra Vera. Un vero divertimento!!!
 



 

 
Celebriamo insieme il Santo Natale nella chiesa dei SS. Ciro e Giovanni con la nostra Preside, la  nostra catechista Maria Cocorullo, le nostre maestre, i nostri genitori e le volontarie della Caritas. Un’autentica riflessione sul vero significato del Natale: Solidarietà, Pace, Amore, Rispetto, insomma, come dice il canto natalizio e come ribadito dal nostro parroco don Ciro “scegliere il bene e non il male… Vivere insieme…”   
Per i milioni di bambini piegati ogni giorno dai morsi della fame, che hanno perso il sorriso, ma non la voglia di amare. Per i milioni di uomini e di donne, con cuori che battono ancora forte forte, che hanno il coraggio di lottare contro la sorte ingiusta loro imposta, per il diritto all'inestimabile dignità.
Per don Ciro e la Chiesa tutta: ti preghiamo Signore perché l'amore e la speranza che don Ciro ci insegna, possano guidarci sempre nel giusto cammino della nostra vita. 

                        
Per i responsabili delle Nazioni, perché pongano alla base del loro impegno civile il valore primario della persona e garantiscano il diritto dei bambini a   essere protetti da tutte le cattiverie del mondo
 Signore, ti preghiamo per tutti i bambini, per il nostro Dirigente Scolastico,  per le maestre e il personale tutto della nostra scuola, affinché possano continuare il loro percorso con armonia, voglia di stare insieme e di andare incontro a Gesù che nasce.


 Per la Pace, perché con il suo soave canto faccia sparire ogni violenza, perché col suo tocco sereno faccia comparire salute e sicurezza, perché col suo sguardo si materializzi un grande arcobaleno di fratellanza e di convivenza pacifica

Aspettiamo buoni il nostro turno in attesa di festeggiare il Natale con i volontari della Caritas, a cui va il grandissimo grazie da parte di tutti i compagni delle classi quarte per la loro sentita e calorosa accoglienza.

Festeggiamo il Natale a scuola con il pandoro squisito che ha portato Milena, con la tombola di Alessia Crotti e con il mercante in fiera di Milena. Siamo così felici che non vorremmo ritornare a casa. Il più fortunato è Pasquale che vince due terni  e una quaderna. Con il mercante in fiera è fortunata Lucia che vince il primo premio (e dire che  voleva continuare a giocare a tombola) 
Peccato non avere con noi oggi Giuseppe M. Tantissimi auguri Giuseppe, ti vogliamo bene”.
 


 



 
 




  È Natale ogni volta
che sorridi a un fratello
e gli tendi la mano.
E’ Natale ogni volta
che rimani in silenzio
per ascoltare l’altro.
E’ Natale ogni volta
che non accetti quei principi
che relegano gli oppressi
ai margini della società.
E’ Natale ogni volta
che speri con quelli che disperano
nella povertà fisica e spirituale.
E’ Natale ogni volta
che riconosci con umiltà
i tuoi limiti e la tua debolezza.
E’ Natale ogni volta
che permetti al Signore
di rinascere per donarlo agli altri
Madre Teresa di Calcutta

venerdì 19 dicembre 2014

La fiamma della Speranza

Oggi ripropongo la lettura di questa bellissima fiaba natalizia che ci aiuterà a riflettere su "come" e su "chi" può alimentare la fiammella della Speranza  sulla Terra in modo che rimanga sempre accesa per vegliare sui  pensieri, sui sentimenti e sui comportamenti dell'uomo verso gli alti ideali di fede, giustizia, verità, pace.  Sarà più emozionante, vedrete! Quante cose sono cambiate dal primo anno vero? Quante speranze sono diventate magiche realtà… e quante ancora dovranno alimentare la luce dei vostri cuori. Buona lettura e a domani. Pubblicherò le foto della celebrazione della messa di Natale a testimonianza del vero spirito natalizio.

 Pace e le sue sorelle
Quando il mondo iniziò ad esistere, quando il grande sole giallo riscaldava la Terra e di notte la bianca Luna tutto illuminava, nacquero in una tiepida mattina d’autunno Pace e le sue sorelle.
Adagiate su una foglia di ninfea che faceva loro da culla, le piccole creature del bene si guardavano intorno incuriosite da tanta bellezza: prati verdeggianti, animali liberi, un cielo azzurro e pulito, cascate limpide e cristalline.



Quando Felicità svolazzava nei prati, era solita fare a gara con le farfalle a chi raggiungeva prima la grande quercia. E dove passava lei era felicità ovunque.
Armonia, poi, amava dondolarsi pigramente su un’altalena di liane, canticchiando dolci melodie ai suoi amici animali che, catturati da tanta soavità, rimanevano ore ed ore ad ascoltare quella meravigliosa voce.
E quando cantava lei era armonia ovunque.
Di notte Silenzio raggiungeva a piedi nudi la collina e, seduta sull’erba baciata dalla rugiada, rimirava quel paesaggio incantevole rischiarato da luna e stelle e ne assaporava la quiete.
E quando il sonno la rapiva, era silenzio ovunque.
Amore e Amicizia insegnavano agli abitanti di quel paradiso ad ascoltare il proprio cuore e ad essere sempre pronti ad aiutarsi a vicenda.
E quando parlavano loro, tutti si volevano bene ovunque.
Pace, dal canto suo, regnava sovrana ed era tanto felice nel vedere che era facile mantenere  quell’equilibrio così ben costruito da Madre Natura.
E fino a che lei regnò vi fu pace su tutta la Terra. 

 
Poi arrivò l’uomo. Era un essere umile e buono, rispettoso e gentile verso i suoi simili: ma non fu così a lungo.
L’uomo iniziò a coltivare dentro di sé il seme della gelosia e dell’invidia, voleva possedere sempre più cose per essere il padrone indiscusso su tutto.
Gelosia, Invidia e Potere, creature del male senza fissa dimora, giunsero nel regno di Pace e tutto distrussero.
E al loro passaggio vi fu desolazione ovunque.
Infine arrivò Guerra, e dopo lei Tristezza. Il mondo si tinse dei toni del nero, gli animali cercavano riparo nei boschi, l’uomo si scagliava contro i suoi fratelli, disseminando dolore ovunque.
Pace e le sue sorelle piansero per giorni e giorni, non trovando il modo per rimettere ordine sulla Terra.
In disparte, in un cantuccio, se ne stavano silenziose le due sorelline più piccole, Uguaglianza e Fratellanza, timide e un po’ impaurite.
 
Pace fissò a lungo i loro occhi e, avvicinandosi, disse: «E’ giunto il tempo di far sentire la vostra voce. Il mondo così sta morendo, l’uomo lo sta rovinando con le sue stesse mani e noi dobbiamo fermarlo. A me sta a cuore il futuro dei bambini che così non avranno più case, patiranno la fame e non giocheranno più. Il loro mestiere è quello di fare i bambini, non vivere tra lo scempio delle guerre dei grandi.»
Uguaglianza e Fratellanza partirono subito. Anche Amore si unì alle due sorelle.
Dall’alto, lo scenario era tanto triste: guerra e dolore ovunque. «Dove saranno i bambini?» si domandavano.
Poi li videro: chiusi nelle case con le loro mamme, senza sorriso, spaventati. «Ci pensiamo noi, piccoli. Venite, seguiteci, fate presto e non abbiate paura!», disse a gran voce Amore.
E così, poco a poco, si formò una catena di bambini che via via diventava sempre più forte e sempre più lunga: un vero e proprio esercito di chiassosi bimbi.
Al loro passaggio, come per magia, la Terra si ricopriva di profumati fiori: fiori ovunque. Fiori che uscivano dai fucili, dalle macchine da guerra. Fiori nelle stanze dei bottoni, fiori che cadevano dagli aerei in volo come una pioggia colorata.
Gli uomini così non poterono più fare la guerra e finalmente capirono e si vergognarono tanto per ciò che avevano fatto.
Riposero le armi e la cattiveria e ritornarono nelle loro case, dalle loro famiglie.
Pace tornò così a regnare sulla Terra.
«La guerra è stata vinta dai bambini!» dissero le tre sorelle al loro ritorno.
 
 
Pace le accolse con gioia e disse : «Durante la vostra assenza è venuta alla luce un’altra sorellina. Venite, vuole abbracciarvi.»
Mai i colori della Terra furono meravigliosi come in quel giorno, un giorno da ricordare.
Era nata la Speranza.
Greta Blu
Siete voi bambini la fiamma che illumina  futuro, siete voi la Speranza del Mondo che può colorare la Terra.

 
Che Bella "Cosa" La Speranza!
 
Che Bella "Cosa" La Speranza!
La Speranza è quel raggio di sole che ti nasce nel cuore
anche se una ragione vera non c'è
anche se tante nuvole grigie oscurano il tuo cielo.
La Speranza è la forza della vita che ognuno custodisce
pur senza saperlo
nel profondo del suo cuore.
La Speranza rende ogni cosa più bella.
La Speranza è la voglia di farcela,
di aspettare pazientemente un paio d'ali nuove
e riprendere il volo dopo ogni caduta!
Anonimo