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Benvenuti a tutti. Ciao bambini. Sono la maestra Rosaria. Sorpresi? Anche se in ritardo ho mantenuto la promessa ed ora eccomi qua, su questo blog, dove passeremo un po' di tempo insieme. Saluto anche tutti i bambini e le colleghe che non conosco, sperando che vorranno condividere con noi esperienze, emozioni, sentimenti, sensazioni, idee.
Allora pronti? Salite tutti a bordo e ripercorriamo insieme le tappe più significative del nostro percorso.

lunedì 31 dicembre 2012

Anno nuovo, speranze nuove

Che sia un anno meraviglioso per tutti, bambini, con l’augurio che non smettiate mai di sognare e di desiderare un futuro radioso
 
AUGURI
 

martedì 25 dicembre 2012

La luce del Mondo

È Natale!  È Natale!
 E’ Natale ogni volta
che sorridi a un fratello
e gli tendi la mano.
E’ Natale ogni volta
che rimani in silenzio
per ascoltare l’altro.
E’ Natale ogni volta
che non accetti quei principi
che relegano gli oppressi
ai margini della società.
E’ Natale ogni volta
che speri con quelli che disperano
nella povertà fisica e spirituale.
E’ Natale ogni volta
che riconosci con umiltà
i tuoi limiti e la tua debolezza.
E’ Natale ogni volta
che permetti al Signore
di rinascere per donarlo agli altri.

Madre Teresa di Calcutta
 Possano le fiammelle che abbiamo acceso in questi dolci giorni dell’ Avvento
irradiare il mondo e rinnovare nei nostri cuori, giorno dopo giorno,
 la magia del Natale
 
 Buon Natale! 
 

lunedì 24 dicembre 2012

Il Battito dell'Anima

IL PIÙ BEL CANTO DI NATALE
Nel piccolo paese di Obendorf, in Austria, un giovane sacerdote, padre Mohr, stava dando le ultime istruzioni ai bimbi e ai piccoli pastori per provare il canto da eseguire nella notte di Natale.
Tra le navate silenziose si spandeva l'eco di un vocio allegro e di piccole risatine.
«Buoni, silenzio! Incominciamo!».
Ma come padre Mohr appoggiò il dito sulla tastiera dall'interno dell'organo uscì uno strano rumore, poi un altro e un altro ancora.
«Strano», pensò il giovane prete. Aprì la porticina dietro l'organo e dieci, venti topi schizzarono fuori inseguiti da un gatto.
Povero padre Mohr. Si voltò a guardare il mantice: completamente rosicchiato e fuori uso. «Pazienza», pensò, «faremo a meno dell'organo».
Ma anche i piccoli cantori all'apparire dei topi e del gatto si erano scatenati in una furibonda caccia. Ed ora non c'era più nessuno. Con l'organo in quelle condizioni e il coro dileguato dietro ai topi, addio canto di Natale.
Fu un momento di grande sconforto per padre Mohr. Mentre, davanti all'altare maggiore si chinava nella genuflessione gli venne in mente l'amico Franz Gruber il maestro elementare che, oltre ad essere un discreto organista, se la cava bene nel pizzicare le corde della chitarra.
Quando padre Mohr giunse a casa sua, Gruber stava correggendo i compiti degli scolari al debole chiarore di una lucerna.
«Bisogna inventare qualche cosa di nuovo per la messa di mezzanotte, un canto semplice che accompagnerai con la chitarra. Qui ho scritto le parole: sta a te vestirle di musica... Ma in fretta mi raccomando!»
Uscito padre Mohr, Gruber prese subito in mano la chitarra e dopo aver scorso il testo lasciatogli dal prete cominciò a cercare tra le corde le note più semplici.
A mezzanotte in punto, del 24 dicembre 1818, la chiesa parrocchiale traboccava di fedeli.
L'altare maggiore era tutto sfolgorante di lumi e di candele accese.
Padre Mohr celebrava la S. Messa. Dopo aver proclamato il vangelo di Luca che narra la nascita del Salvatore si avvicinò, con il maestro Gruber al presepio e con la voce tremante intonarono: «Stille Nacht, Heilige Nacht (Notte silenziosa, Notte santa) ... ».
Dalle navate si persero nel silenzio le ultime parole del canto. Un attimo dopo l'intero villaggio le ripeteva davanti a Gesù, come la schiera degli angeli del vangelo di Luca. E da allora non si è più smesso di cantarlo, non solo ad Obendorf ma in tutto il mondo. È diventata una delle musiche più care del Natale.
E di padre Mohr e di Franz Gruber che ne è stato? Nessuno dei due ha avuto il tempo di rendersi conto di quanto hanno donato al mondo senza aver avuto in cambio nulla.


Notte silenziosa, notte sacra!
Tutto dorme, veglia in disparte
Solo la santissima coppia
Bimbo grazioso con i capelli ricci
Dormi in pace celeste!
Dormi in pace celeste!
Agnello di Dio
Agnello di Dio
Agnello di Dio
Notte silenziosa, notte sacra!
Prima annunciato ai pastori
Attraverso l'alleluja degli angeli
Risuona forte da lontano e vicino
Cristo, il Salvatore è qui!
Cristo, il Salvatore è qui!
Agnello di Dio
Dalle altezze dorate del cielo
Agnello di Dio
Ci fa vedere l'abbondanza di grazie
Agnello di Dio
Quell'amore magnanimo si è riversato
Agnello di Dio
E ha racchiuso noi poveri uomini
Notte silenziosa, notte sacra!
Figlio di Dio, oh, come ride
L'amore dalla tua bocca divina
Ora per noi batte l'ora della salvezza
Alla tua nascita, Cristo!
Alla tua nascita, Cristo!
Agnello di Dio
Dalle altezze dorate del cielo
Agnello di Dio
Ci fa vedere l'abbondanza di grazie
Agnello di Dio
Quell'amore magnanimo si è riversato
Agnello di Dio
E ha racchiuso noi poveri uomini
Agnello di Dio
Quando il Signore, liberato dall'indignazione
Agnello di Dio
Nella notte dei tempi
Agnello di Dio
Dalle altezze dorate del cielo
Agnello di Dio
Ci fa vedere l'abbondanza di grazie
Agnello di Dio

L'attesa è finita. Manca poco ormai
L’amore è qui.
Leghiamolo stretto al nostro cuore
con fili di bontà, pace, speranza, gioia,
facciamolo crescere ogni giorno
 e dipaniamolo intorno a noi
nel nome di Gesù.

Buon Natale bambini
Buon Natale a tutto il mondo
Il Battito dell'Anima è qui!!!
È qui con noi!!!
 
 

domenica 23 dicembre 2012

I Re Magi

Leggenda Orientale
Quando i tre Magi videro spuntare in Oriente la stella miracolosa,  sollecitarono i preparativi per andar a render omaggio al divino infante.
Melchiorre e Gaspare fecero caricare parecchi cammelli di oro, incenso e mirra; ma il re Baldassarre non sapeva risolvere il da farsi.

Egli era padre di parecchi bambini, che giocavano sui ricchi tappeti sotto la tenda di porpora; bei fanciulli dalla carnagione dorata e dagli occhi neri; il suo orgoglio insomma, la sua gioia.
E, guardandoli pensava, con maggior tenerezza dei suoi compagni, al povero re appena nato: il quale per culla non aveva che un po' di paglia nella stalla di Betlemme.
«E’ un Dio,» pensava il buon re Baldassarre « ma è un bambino».
Come si potrebbe onorarlo degnamente ? Rifletté a lungo il brav'uomo, fissando i figlioli, di cui il maggiore addentava, un grosso fico seccato al sole; il secondo succhiava una chicca di miele; la terza, una graziosa bambina, con atto materno, cullava fra le braccia una bambola vestita, come lei, di seta bianca ricamata in oro.
A quella vista, il re alzò il capo con un sospiro di soddisfazione e si mise a preparare i suoi doni. Un cammello, uno solo, fu caricato di oro e di profumi.
Su cento altri fu posta una soma ben diversa: fichi, datteri, miele, dolci squisiti, conserve deliziose, giocattoli meravigliosi.
Quando tutto fu all'ordine, la carovana, si mise  in moto. Dinanzi marciavano i Re Magi, con la corona in testa. Seguivano gli schiavi con la lunga fila dei cammelli; chiudeva il corteo una numerosa schiera di ufficiali, ministri, ecc.
Per molti giorni e molte notti, la brillante comitiva, viaggiò
attraverso il deserto, offrendo un magnifico spettacolo così alla luce ardente del sole, che al mite raggio della luna. Guidati dalla stella rivelatrice, i tre Re giunsero finalmente a Betlemme, dove i pastori li avevano preceduti, recando pur essi i loro doni.
Presentatisi al divino fanciullo,si curvarono ad adorarlo, e deposero ai suoi piedi, fra mezzo agli agnellini e alle bianche colombe già offerte a Gesù, le ricchezze portate seco dall'Oriente. Ma il buon re Baldassarre, il padre tenero dei suoi bambini, volle baciare le manine al fanciullo divino e presentargli lui stesso un bel fantoccio, per vederlo sorridere. Gesù stese le mani verso il giocattolo.
Un Dio però non è un fanciullo come gli altri. Egli si mostrò lieto, per far lieto il buon re; ma il  giocattolo non era per lui. Altre cure, altri pensieri germogliavano in quella testa di bimbo. E però, narra la leggenda, che tutti i doni furono messi da parte, nessuno può dir dove, ma non si esauriscono mai; e i Magi vanno ogni anno a prenderne per riempire le scarpette dei bimbi buoni e felici. I quali, a loro volta, imitando l'esempio del buon re Baldassarre, ne danno parte ai bimbi poveri, cui spesse volte la paglia serve da letto.
Tratto Da “ Il Lieto Fine “

Letture illustrate per i fanciulli del 1894
 

Dialogo tra i Magi e Maria
I magi: "Una stella ci ha annunciato
che Colui che è nato è il re dei cieli.
Tuo figlio comanda gli astri,
che sorgono solo al suo ordine". 
Maria: "E io vi rivelerò un altro segreto,
perché ne siate persuasi:
ho dato la luce a mio figlio.
Egli è figlio di Dio.
Andate, e annunciatelo alle genti!"

I magi: "Pure la stella ce l'aveva fatto conoscere,
che tuo figlio è figlio di Dio e Signore".

Maria: "Mari e monti lo testimoniano;
tutti gli angeli e tutte le stelle:
Egli è il figlio di Dio e il Signore.
Datene l'annuncio nelle vostre terre,
che la pace si diffonda nel vostro paese".

I magi: "Che la pace del tuo figlio
ci riporti nel nostro paese,
senza pericoli come siamo venuti,
e quando Egli dominerà il mondo,
che visiti e benedica la nostra terra".

Maria: "Esulti la Chiesa e intoni gloria,
per la venuta del figlio dell'Altissimo,
la cui luce ha illuminato cielo e terra,
benedetto Colui la cui nascita
allieta il mondo!"
Efrem Siro (306-373)

sabato 22 dicembre 2012

Si chiama Preghiera

  A volte basta un raggio di sole
 In un angolo sperduto del mondo, nel folto di una foresta fittissima, c'era una scaletta. Era una semplice scala a pioli, di vecchio legno stagionato e usurato.
Era circondata da abeti, lacci, betulle. Alberi stupendi. Là in mezzo sembrava davvero una cosa meschina.
I boscaioli che lavoravano nella foresta, un giorno, arrivarono fin là. Guardarono la scala con commiserazione: «Ma che robaccia è?» esclamò uno.
«Non è buona neanche da bruciare» disse un altro.
Uno di loro impugnò l'ascia e l'abbatté con due colpi ben assestati. Venne giù in un attimo. Era davvero una cosa da niente. I boscaioli si allontanarono ridacchiando.
Ma quella era la scala su cui ogni sera si arrampicava l'omino che accendeva le stelle.
Da quella notte il cielo sulla foresta rimase senza stelle.
 

C'è una scala anche dentro ognuno d noi. Paragonata alle tante cose che ci vengono offerte ogni giorno è un niente. Ma è la scala che serve per salire ad accendere le stelle nel nostro cielo. Si chiama preghiera.
Bruno Ferrero


STRUMENTO DELLA TUA PACE
Signore,
Dove c'è odio, io porti l'amore;
dove c'è offesa, io porti perdono;
dove c'è discordia, io porti unione;
dove c'è errore, io porti verità;
dove c'è dubbio, io porti fede;
dove c'è disperazione,
io porti speranza;
dove c'è tenebra, io porti luce;
dove c'è tristezza, io porti gioia.
O Maestro, aiutami a non cercare
di essere consolato:
voglio consolare;
a non cercare di essere compreso:
voglio comprendere;
a non cercare di essere amato:
voglio amare.
Donando si riceve,
perdonando si è perdonati,
morendo per gli altri,
si risuscita alla vita eterna.
S. Francesco d'Assisi 

venerdì 21 dicembre 2012

Natale a scuola

Aspettando il Natale… 
Bravissimi bambini!!! I canti e le poesie recitate hanno suscitato nei vostri genitori forti emozioni. Siamo contente perché insieme siamo riusciti a vivere la Magia del Natale e il vero spirito del Natale. Custodiamoli nei cuori e rinnoviamoli ogni giorno dell’anno esercitando i valori che Gesù ci ha trasmesso nascendo per noi sulla Terra.

Pubblico ora le bellissime poesie che avete recitato in modo stupendo per condividere i sentimenti di bontà, di pace, amore che esse esprimono.

Riflessione 

Se per te il Natale
è solo un giorno di felicità
fatta di cose, non dire:
«Oggi è Natale».
Se non fai silenzio dentro di te
per accogliere Cristo che viene,
non dire: «È Natale per me».
Se continui a dividere
buoni e cattivi, ricchi e poveri,
non dire: «Gesù è nato per tutti.»
Se, ascoltando l'annuncio di Betlemme,
non pensi che la guerra e la fame
uccidono ancora, non dire:
«Pace a ogni uomo».
Ma se hai capito
che la pace di Cristo viene
quando tu porti giustizia
nel tuo piccolo mondo;
se hai capito che i primi
nel tuo cuore
devono essere i poveri,
e che devi giocare la tua vita
ogni giorno per gli altri,
allora puoi davvero gridare:
«Vi annuncio una gioia
grande come il mondo:
oggi a Betlemme è nato il Salvatore.»
 

A Gesù Bambino
La notte è scesa
e brilla la cometa
che ha segnato il cammino.
Sono davanti a Te, Santo Bambino!
Tu, Re dell’universo,
ci hai insegnato
che tutte le creature sono uguali,
che le distingue solo la bontà,
tesoro immenso,
dato al povero e al ricco.
Gesù, fa’ ch’io sia buono,
che in cuore non abbia che dolcezza.
Fa’ che il tuo dono
s’accresca in me ogni giorno
e intorno lo diffonda,
nel Tuo nome.
Umberto Saba
 Se io fossi il mago di Natale
Se io fossi il mago di Natale
farei spuntare un albero di Natale
in ogni casa, in ogni appartamento
dalle piastrelle del pavimento,
ma non l'alberello finto,
di plastica, dipinto
che vendono adesso all'Upim:
un vero abete, un pino di montagna,
con un po' di vento vero
impigliato tra i rami,
che mandi profumo di resina
in tutte le camere,
e sui rami i magici frutti: regali per tutti.
Poi con la mia bacchetta me ne andrei
a fare magie
per tutte le vie.
....
Gianni Rodari


Pensiamo al Natale
Pensiamo al Natale e ne discutiamo,
abbiam fatto l'albero e pure il presepe,
parliamo di doni e di dove andiamo,
se nel timballo ci va o no il pepe.
Ma vi prego fermiamoci solo un momento
e attenti, osserviamo la capannella,
cambiamo pensiero e con struggimento,
concentriamoci ora sulla buona novella.
Quel piccolino sulla paglia adagiato
che tanti han visitato con devozione,
merita certo la nostra attenzione.
Pacchi, pacchetti, un pranzo regale,
nemmeno il tempo di una preghiera,
ecco che cosa è diventato il Natale :
abbiamo smarrito la strada più vera.
Quest'anno facciamo qualcosa di nuovo,
preghiamo per i paesi distrutti da guerre,
pei bimbi che non mangiano neppure un uovo
perché possano vivere in fertili terre.
Priviamoci appena di una fettina
di ciò che abbiamo e doniamola loro,
Gesù Bambino già domani mattina
ci riempirà il cuore con un grande tesoro
 
Bambini, la notte magica si avvicina. Apriamo i nostri cuori a Gesù tenendo accese le fiammelle della speranza, della gioia, dell'amicizia.
L’amore è qui!!!

giovedì 20 dicembre 2012

Bisogno di Magia

Bambini, vi propongo questa bellissima canzone. Un ragazzino sale sul treno  Polar Express, diretto  al Polo Nord, con altri bambini. Insieme,tra timore e curiosità, corrono alla scoperta del mondo magico di Babbo Natale.
Troveranno pace, amore, amicizia, doni. Ascoltiamola.
 
 
Anche noi abbiamo bisogno della magia del Natale per continuare a sognare, a credere, a sperare.
L'anno prossimo sarà la nostra canzone di Natale!

mercoledì 19 dicembre 2012

La magia dell'amore


LA STORIA DI BABBO NATALE
A Nord del Circolo Polare Artico, nell'Europa settentrionale, esiste una regione: la Lapponia.  In questa terra viveva un simpatico vecchietto....
 
  
In una capanna del bosco, circondata da abeti, vicino ad un allegro ruscello d'acqua limpida e fresca viveva Natale, il quale si dedicava ogni giorno a coltivare il suo orticello, a curare le sue renne e ad intagliare il legno, vivendo tranquillamente.
Vestiva sempre di rosso, il suo colore preferito.
Era un vecchietto assai buono e generoso con una lunga barba bianca ed aiutava spesso senza tirarsi mai indietro tutti i suoi vicini.
Un giorno pensò che era troppo poco quello che stava facendo e si mise a pensare: voleva trovare un modo per poter dare agli altri qualcosa di più.
Quella sera fece un sogno. Nel sogno gli apparve un angioletto e gli spiegò che nel mondo c'erano tanti bambini poveri che desideravano dei giocattoli, ma non avrebbero mai potuto averli.
Il cuore dell'angelo era colmo di tristezza e un lacrima gli scorreva lungo il viso.
Natale chiese all'angioletto cosa poteva fare per far spuntare sui visi di tutti i bambini un sorriso. L'angioletto rispose che poteva aiutarli caricando sulla sua slitta trainata dalle renne, un sacco pieno di doni da consegnare a ciascun bambino la notte santa, quando nasceva Gesù.
:«Ma dove posso trovare i giocattoli per tutti i bambini del mondo? E come posso farcela a consegnarli in una sola notte o ad entrare nelle case? Ci saranno tutte le porte chiuse!» si chiese Natale.
L'angioletto gli disse che Gesù Bambino lo avrebbe aiutato a risolvere ogni problema.
Fu così che Gesù Bambino nominò Natale papà di ogni bambino donandogli il nome di Babbo Natale!
I primi giochi che Babbo Natale regalò furono costruiti con le sue stesse mani: intagliò nel legno bambole, macchinine, pupazzi ed ogni sorta di giocattolo.
Gesù Bambino assegnò a Babbo Natale degli Elfi che altro non erano che piccoli angeli dalla faccia simpatica che lo aiutavano a costruire i giocattoli, a caricarli sulla slitta e a consegnarli in tempo ogni anno la sera di Natale!
Gesù bambino fece anche un piccolo miracolo: concesse alla slitta e alle otto renne il dono di poter volare nel cielo.
Da quella notte, grazie alla magia dell'amore, è possibile per Babbo Natale essere sempre puntuale nella consegna dei suoi doni nella notte santa e poter far felici tutti i bambini del mondo!
Conserviamo la magia del Natale nei nostri cuori sempre
 

martedì 18 dicembre 2012

La voce degli Angeli

Gli Angeli
...Splendidi esseri di luce, nostri compagni di sempre...
La parola "angelo" deriva dal greco "angelos" che vuol dire "messaggero". Gli angeli, infatti, sono i messaggeri di Dio che ci indicano la via giusta da seguire, ci insegnano la bontà, la giustizia, l’amore.

 
Sono io, io c’ero sempre, non ti ho mai lasciata, il tuo angelo custode. Credi davvero che tu eri senza di me fino ad ora? C’era una continuità tra noi, tu mi toccavi.
P. Claude
Ho un angelo che mi guarda dietro la spalla stanca, un angelo senza bilancia non pesa la mia giornata. Un angelo che non mi condanna quando la rosa ferisco, quando fuggo la speranza, quando batto la fronte sulla pietra del disinganno, quando inganno la morte con rondini di carta. Ho un angelo che mi salva dietro la spalla stanca.
R. Carreri

Milioni di creature spirituali si muovono, non viste, sulla Terra, quando siamo svegli come quando dormiamo.
John Milton

E` molto importante pregare per gli altri, perché quando pregate per qualcuno, un Angelo andrà a sedersi sulla sua spalla.

Anime dolci intorno a noi ci osservano silenziose, si avvicinano al nostro fianco, ai nostri pensieri, alle nostre preghiere, volando gentili in nostro aiuto.
Esseri celesti, messaggeri di luce, ma anche il vicino di casa o un passante sconosciuto: gli Angeli appaiono sotto molte forme. Siate pronti a riceverli, poiché vengono per noi dal Paradiso.

Chi sono questi divini che provvedono a noi? Creature sagge e meravigliose che si presentano a noi nelle visioni, nei sogni... e di persona.

Esseri spendenti, abbaglianti e luminosi Angeli gloriosi, scintillanti come il sole Spiriti potenti, che discendono dal cielo Presenze repentine, visibili e invisibili.

Qualche volta gli Angeli custodi della vita volano cosi in alto da essere fuori vista; ma sempre guardano giù verso di noi.

Se preghi sinceramente sentirai dentro di te una grande certezza, e gli Angeli ti saranno  compagni.

"Se cerchi gli angeli non guardare molto lontano…essi non sono molto distanti… ma sono qui vicino a noi… vestono i nostri abiti, sorridono con il nostro volto… vivono in noi!"
Bambini preghiamo sempre il nostro angelo custode. Gli Angeli non ci abbandonano mai. Essi sono i nostri amici, i nostri protettori, coloro che ci aiutano e ci sostengono nei momenti tristi della nostra vita. Ascoltiamo la loro voce nel silenzio della notte. Essa illuminerà il nostro cammino!

lunedì 17 dicembre 2012

Gli Angeli di Dio

Gli Annunciatori di pace, di speranza, di gioia
 


Gesù viene ancora per essere con noi e portarci con sé la Pace e la Gioia. Preghiamo gli Angeli di Dio, essi ci indicano la strada che porta a Gesù
 
PREGHIERA NATALIZIA 
 
Angelo bianco,
che scendi dal cielo
nella notte più bella,
messaggero di pace e d'amore,
ascolta la preghiera del mio cuore!
Per Natale ad ogni bambino,
per povero che sia,
dona la gioia di un balocco.
All'orfanello, nel sogno
di una notte senza fine,
dona il sorriso e il bacio della mamma.
Alle nonnine una carezza
ed al cuor lor,
tanto vecchio e stanco,
dona un attimo un attimo soltanto,
della lontana bella gioventù.
A tutti i babbi ed a tutte le mamme,
Angelo bianco del Santo Natale,
dona l'amore.

domenica 16 dicembre 2012

La gioia più grande

Il dono dell'amicizia
Si avvicina il Natale…..le strade iniziano a riempirsi di luci,  scende la prima neve, l’atmosfera diventa gioiosa e  i bambini pensano già a quale dono chiedere  a Babbo Natale, indaffaratissimo a preparare una moltitudine di pacchi regalo poiché,  ogni giorno, sono numerose le letterine che  giungono dai suoi amati bambini.
Ma a Babbo Natale non sfugge nulla: da qualche anno si è accorto che  manca una letterina all’appello, quella di una bambina di nome Rebecca  che vive in un paesino  sui monti  immerso in boschi di larici, sulla costa della montagna che scende dolcemente verso la valle. «Come mai non mi scrive?» si domanda pensieroso «Non manca molto al Natale, devo assolutamente capire: andrò  questa notte,  di nascosto, a casa di Rebecca» Così ha deciso: arriva al paesino come un vecchietto dalla  barba bianca  e nessuno lo riconosce; passa distrattamente vicino alla casa della bambina  e si sofferma davanti alla finestra.  Vede il soggiorno illuminato dal fuoco del camino che lentamente  si sta spegnendo. Tutti dormono. «Una casa bellissima» pensa Babbo Natale, mentre, entrato senza fare rumore, si dirige verso la camera della bambina.
Con sua meraviglia, ci trova un mare di giocattoli sparsi ovunque ma, nonostante ciò, tra quelle mura si respira un’aria di solitudine e tristezza.
La mattina seguente ritorna in paese e si imbatte in un gruppetto di bambini  che  giocano per la strada tra la neve, ma  Rebecca è sola, seduta sul pianerottolo di casa  che gioca con una bambola.
Rebecca ha un caratteraccio: in passato si era vantata così tanto dei suoi giocattoli  che gli altri bambini hanno finito per evitarla ed ora che è sola con i suoi giocattoli  farebbe di tutto per poter tornare indietro. Ma è tardi, quel che è fatto è fatto:  a Babbo Natale non resta altro che trovare una soluzione.
Così pensando, sente un rumore che proviene dall’esterno della casa, si incuriosisce ed esce a vedere da cosa è provocato.  Con molta sorpresa, trova un cagnolino dagli occhi candidi e dolci  che scodinzola abbaiando. A Babbo Natale basta un istante per capire che è il destino ad averlo portalo lì.
La notte della vigilia di Natale completa il suo solito giro per deporre i regali  sotto gli alberi di Natale addobbati e come ultima casa visita  quella della piccola Rebecca, depone il cucciolo ai piedi del letto e si allontana.
Il cucciolo subito si dirige verso Rebecca e inizia a fargli le feste  e la bambina sorride ed  è felice come non lo era da tempo.
La mattina esce di casa con il suo nuovo amico, gioca felice sulla neve fredda.
L’abbaiare del cucciolo attira i bambini che si mettono anche loro a giocare non solo con il cucciolo ma anche con Rebecca. Così la bambina capisce che non erano gli altri ad evitarla, ma era stata lei ad essersi isolata.
Questo è il Natale più bello che abbia mai trascorso,  con un nuovo e grandissimo dono, l’amicizia ritrovata.
Hellen Guido

L’ amicizia è uno dei sentimenti più belli e più rari che esistano, è una forma di amore pura e sincera. C’è un proverbio che dice: «Chi trova un amico, trova un tesoro», Infatti non è molto facile trovare un amico vero.
A volte cerchiamo nell’amico un appoggio per superare momenti difficili, oppure presi da compassione cerchiamo di aiutare chi ci è vicino e tutto ciò è bello e giusto, però amicizia è anche gioire insieme. Non c’è gioia più grande di quella condivisa con gli amici, ogni momento trascorso in compagnia, in gioia e serenità,  non lo dimenticheremo mai perché resterà  per sempre nel nostro cuore,

 
Farò del mio cuore una dimora
per la tua bellezza,
del mio petto un sepolcro
per le tue pene.
Ti amerò come le praterie amano la primavera,
e vivrò in te la vita di un fiore
sotto i raggi del sole.
Canterò il tuo nome come la valle
canta l’eco delle campane;
ascolterò il linguaggio della tua anima
come la spiaggia ascolta
la storia delle onde.
Kahil Gubran

Trova il tempo di essere amico: è la strada della felicità.
Madre Teresa di Calcutta
Non c’è gioia più grande
 

sabato 15 dicembre 2012

La gioia brillerà

Leggenda di Natale
Una sera le stelline più vicine a mamma luna dissero: «Perché dobbiamo star sempre ferme nello stesso posto? Noi desideriamo muoverci: lasciaci andare, mamma.»
La luna non sapeva che fare: non poteva lasciarle muovere tutte, perché avrebbero messo in disordine il cielo; così pensò di accontentarne una sola, la più buona e la più umile.
C'era infatti una stellina che non si lamentava mai, se ne stava quasi nascosta e mandava una luce debole debole. La povera stellina aveva una punta rotta e ne provava tanta vergogna.
La mamma volle renderla felice e coprì la punta spezzata con una bella
striscia di argento, lunga e svolazzante. La stellina, quando si vide così bella, risplendette di una luce più viva.
Mamma luna le disse: «Va' pure un po' a spasso, cara, va' dove vuoi.»
La buona stellina volle rendersi utile a qualcuno. Guardò sulla terra, e vide tre Re che andavano sui cammelli, e senti che cercavano il Bambino Gesù per adorarlo.
Allora si abbassò, si abbassò, finché i tre Re la videro.
«Oh!» gridarono «una stella cometa che si muove nel cielo! Seguiamola!»
La stellina li guidò fino ad una capanna piena di luci e di canti.
Su un povero giaciglio il Bambino Gesù apriva le braccia in un gesto d'amore.
I Re lo adorarono e gli offrirono doni.
La stellina, che si era posata sul tetto, si sentì felice.

La stellina umile e buona ora brilla di gioia  perché ha saputo rendersi utile agli altri. 
Non dimenticherò mai il giorno in cui, camminando per una strada di Londra, vidi un uomo seduto, che sembrava terribilmente solo. Andai verso di lui, gli presi la mano e la strinsi. Lui allora esclamò: "Dopo tanto tempo, sento finalmente il calore di una mano umana". Il suo viso s'illuminò. Sentiva che c'era qualcuno che teneva a lui. Capii che un'azione così piccola poteva dare tanta gioia.
Madre Teresa di Calcutta
 
 
VALORE DI UN SORRISO
Donare un sorriso rende felice il cuore.
Arricchisce chi lo riceve
senza impoverire chi lo dona.
Non dura che un istante
ma il suo ricordo rimane a lungo.
Nessuno è così ricco da poterne fare a meno
né così povero da non poterlo donare.
Il sorriso crea gioia in famiglia
dà sostegno nel lavoro
ed è segno tangibile di amicizia.
Un sorriso dona sollievo a chi è stanco
rinnova il coraggio nelle prove
e nella tristezza è medicina.
E se poi incontri chi non te lo offre
sii generoso e porgigli il tuo:
nessuno ha tanto bisogno di un sorriso
come colui che non sa darlo.
P.Faber
Bambini seguiamo… la stella cometa e impariamo a brillare di gioia rendendoci utile agli altri. Non è necessario fare grandi cose,  è importante però  esercitarsi ad avere cuore attento.
Col tempo esso brillerà sempre di più