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Benvenuti a tutti. Ciao bambini. Sono la maestra Rosaria. Sorpresi? Anche se in ritardo ho mantenuto la promessa ed ora eccomi qua, su questo blog, dove passeremo un po' di tempo insieme. Saluto anche tutti i bambini e le colleghe che non conosco, sperando che vorranno condividere con noi esperienze, emozioni, sentimenti, sensazioni, idee.
Allora pronti? Salite tutti a bordo e ripercorriamo insieme le tappe più significative del nostro percorso.

sabato 31 dicembre 2011

Un anno migliore per tutti!

 
         
                                                                                  



                 
             
 

 

domenica 25 dicembre 2011

L'Eterno Incanto

Era una notte meravigliosa, le stelle brillavano nel cielo.
I pastori vegliavano di notte facendo la guardia al loro gregge.
Ad un tratto un angelo del Signore apparve in mezzo a loro  e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da gran spavento, ma l’angelo disse loro:


Appena gli angeli si furono allontanati per tornare in cielo, i pastori dicevano tra loro: «Andiamo  fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere.»
Andarono e…


                         


Andarono e…Ecco! Una grotta! Un Bambino giaceva sulla paglia: era Gesù, Speranza di pace, di salvezza per tutti i popoli e per tutte le culture della  Terra.
I pastori poi se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro. (Luca 2, 8-20).


Inizia l’eterno incanto, il Natale.

I pastori hanno creduto in Dio e alle sue parole. Andiamo anche noi a Betlemme, c’è una culla che abbiamo tanto atteso, c’è un Bambinello che rinasce per ricordarci che la pace, l'amore, la speranza, la fede iniziano da noi, dal nostro cuore, dalla nostra volontà nel credere, nel desiderare e volere un futuro migliore per tutti. Se ascoltiamo la sua Parola, insieme ce la faremo! Crediamoci anche noi come fecero i pastori.


Per quelli che mi riconoscono,
la mia giustizia sorgerà come il sole.
I suoi raggi porteranno la guarigione


                  
A Gesù Bambino
La notte è scesa
e brilla la cometa
che ha segnato il cammino.
Sono davanti a Te, Santo Bambino!
Tu, Re dell’universo,
ci hai insegnato
che tutte le creature sono uguali,
che le distingue solo la bontà,
tesoro immenso,
dato al povero e al ricco.
Gesù, fa’ ch’io sia buono,
che in cuore non abbia che dolcezza.
Fa’ che il tuo dono
s’accresca in me ogni giorno
e intorno lo diffonda,
nel Tuo nome.
Umberto Saba




sabato 24 dicembre 2011

La vera Festa!

Natale in cielo
Come brillano
le stelle stasera:
è la vigilia
di Natale.
La via lattea
sembra percorsa
da innumerevoli carrozze
incastonate di diamanti,
in un via vai festoso.




Giungono dall'etere
dolci cori di angeli,
melodiosi suoni di zampogne
e lenti rintocchi di campane.

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Struggente è il ricordo
di chi
non è più fra noi;
ma questa sera
accade un prodigio:

forse i nostri cari
stanno celebrando
il Natale
lassù nel cielo,
fra gli abeti
scintillanti di luci,
in quel magico e lontano
giardino incantato...
Valbruna Foti


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Signore, stanotte anch'io ci sono
e voglio proprio esserci
come Maria, come Giuseppe, come i pastori.
Signore, ci sono pieno di stupore, di meraviglia
per ciò che tu hai fatto,
ci sono a mani vuote, pronto ad  accoglierti
Vieni, Signore vieni; da me c'è posto.
Occupa quella sala centrale che è il mio cuore,
è libera solo per te,
Gesù Bambino

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 Oltre la memoria
Oltre la memoria del tempo che ho vissuto,
oltre la speranza che serve al mio domani,
oltre il desiderio di vivere il presente
anch’io,  confesso,  ho chiesto che cosa è verità?
E  tu come un desiderio che non ha memorie,
Padre buono, come una speranza
che non ha confini, come un tempo eterno sei per me.
Io so quanto amore chiede questa lunga attesa
      del tuo giorno, o Dio; luce in ogni cosa io non vedo            
ancora: ma la tua parola mi rischiarerà

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Natale  è …
tenerezza per il  passato,
coraggio per il presente
speranza per il futuro.
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  Poche ore ancora e Gesù sarà con noi! Abbiamo vissuto il tempo    dell’Avvento vivendo l'amore, il dono che ci ha fatto, la gioia, la partecipazione, ascoltando la sua Parola, la generosità…
il Natale allora sarà una vera festa!

venerdì 23 dicembre 2011

Accendiamo la Festa!

Siamo ormai alla quarta e ultima settimana d'Avvento e sempre di più ci avviciniamo alla Capanna dove, da  più di duemila anni, nasce un Bambinello che è fonte di  Luce, Amore, Speranza, Gioia per l’intera umanità.

Accendiamo la festa nei nostri cuori, il Natale è ormai ad un soffio da noi!
Rafforziamo  il tempo della nostra attesa rinnovando nei nostri cuori la pace, l’amore, speranza, la carità, la fede. Andiamo incontro a Gesù con le lampade accese. La sua parola di salvezza illuminerà la nostra strada.
Vieni Gesù. Ti aspettiamo.

Questo non si era mai visto: una candela che rifiuta di accendersi. Tutte le candele dell'armadio inorridirono. Una candela che non voleva accendersi era una cosa inaudita! Mancavano pochi giorni a Natale e tutte le candele erano eccitate all'idea di essere protagoniste della festa, con la luce, il profumo, la bellezza che irradiavano. Eccetto quella giovane candela rossa e dorata che ripeteva ostinatamente: «No e poi no! Io non voglio bruciare. Quando veniamo accese, in un attimo ci consumiamo. Io voglio rimanere così come sono, elegante, bella e soprattutto intera.».
«Se non bruci è come se fossi già morta senza essere vissuta», replicò un grosso cero, che aveva già visto due Natali. «Tu sei fatta di cera e stoppino, ma questo è niente. Quando bruci sei veramente tu e sei completamente felice». «No, grazie tante», rispose la candela rossa. « Ammetto che il buio, il freddo e la solitudine sono orribili, ma è sempre meglio che soffrire per una fiamma che brucia». «La vita non è fatta di parole e non si può capire con le parole, bisogna passarci dentro», continuò il cero. «Solo chi impegna il proprio essere cambia il mondo e allo stesso tempo cambia se stesso. Se lasci che la solitudine, buio e freddo avanzino, avvolgeranno il mondo». «Vuoi dire che noi serviamo a combattere il freddo, le tenebre e la solitudine?». «Certo!», ribadì il cero. «Ci consumiamo e perdiamo eleganza e colori, ma diventiamo utili e stimati. Siamo i cavalieri della luce». «Ma ci consumiamo e perdiamo forma e colore». «Sì, ma siamo più forti della notte e del gelo del mondo», concluse il cero.
Così anche la candela rossa e dorata si lasciò accendere. Brillò nella notte con tutto il suo cuore e trasformo in luce la sua bellezza, come se dovesse sconfiggere da sola tutto il freddo e il buio del mondo. La cera e lo stoppino si consumarono piano piano, ma la luce della candela continuò a splendere a lungo negli occhi e nel cuore degli uomini per i quali era bruciata.

 Accendiamo insieme    


Accendiamo insieme
la festa di Natale
con tante luci e suoni
e un gesto di bontà.

In ogni angolo del mondo
ha un colore il girotondo,
ma tutti aspettano a Natale
un qualcosa di speciale.

Mille sono gli auguri
per ogni persona e ogni età,
ma tutti sperano a Natale
che un sorriso passi là.

Una stella su nel cielo
oggi per tutti brillerà,
la speranza che domani
qualche cosa cambierà.

Noi bambini festeggiamo
e un regalo arriverà
stiamo tutti più vicini:
questa è la felicità.

Accendiamo insieme
la festa di Natale
con tante luci e suoni
e un gesto di bontà.
Accendiamo la festa nei nostri cuori, il Natale è ormai ad un soffio da noi!


giovedì 22 dicembre 2011

Le tradizioni nelle...leggende


La leggenda delle Palle di Natale
A Betlemme c'era un artista di strada molto povero che non aveva nemmeno un dono per il Bambino Gesù così egli andò da Gesù e fece ciò che sapeva fare meglio, il giocoliere, e lo fece ridere.
Questo è il perché ogni anno sull'albero di Natale appendiamo le Palle colorate: per ricordarci delle risate di Gesù Bambino.
E c’era una volta e c’è ancora oggi, un albero di Natale. Sempre diverso e sempre uguale, quasi un caro amico di famiglia che si presenta ogni anno per le vacanze, le sue vacanze, da Santa Lucia all’Epifania. Grande, piccolo, verde o dorato, testimone di ogni Natale, un amico con il quale aspettare l’apertura dei regali e l’occasione buona per scambiarsi gli auguri, per fare la pace, per dirsi anche una parola d’amore. E tutti vogliamo bene all’albero di Natale, ogni anno disposti ad arricchire il suo abbigliamento con nuove palline colorate, un puntale illuminato e addobbi d’oro e d’argento. È cresciuto con noi, cambiato ogni anno, sempre più bello agli occhi di chi guarda, occhi di bambino, ma anche occhi di adulto che vuole tornare bambino.
Per quei giorni di festa è lui a fare la guardia al focolare, a salutare quando si rientra a casa, a tenere compagnia a chi è solo. Una presenza che conforta, non solo nell’anima. È meglio se l’albero è di quelli con le radici, pronto a dismettere l’albero della festa e a compiere il suo dovere in mezzo ai boschi, a diventare grande, libero e felice.
Giulio Gavino

 
La stella di Natale
“Se hai dimenticato le  parole per  pregare, per avvicinarti al Cielo, raccogli un mazzo di Stelle sulla collina di Taxco, portalo nella tua casa e accendi una candela: sarà il miracolo della notte di Natale.” Tratta da un antico canto messicano

 


Narra una leggenda messicana, che una notte di Natale di tanto tempo fa, una bambina di nome Lola, era in chiesa e ammirava i doni che le persone più ricche, portavano all'altare.
La povera bimbetta soffriva di non poter fare altrettanto e piangendo chiese a Gesù, cosa potesse fare per dimostrargli il
suo amore. D'improvviso, una voce emerse da una luce immensa e le suggerì di uscire e di raccogliere un fascio di sterpi di erbe qualsiasi e di portarle in chiesa, deponendole sull'altare.Lola non se lo fece dire due volte, così, una volta raccolte le sterpi e portatele in chiesa, vide quelle sterpi trasformarsi in rami che sulle proprie sommità portavano quelle meravigliose stelline rosse e che alla luce delle candele, sembravano splendere.Tutti i presenti pensarono ad un miracolo così, la Poinsettia, divenne il simbolo del donare e dell'amore verso gli altri e da quel momento si diffuse largamente, tant'è che in Messico presero a comparire un po' ovunque. Il suo nome in Messico è "Flor de la Noche Buena", Fiore della Notte Santa, proprio in virtù della leggenda.


Il pungitopo


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Era la notte di Natale e pastori recavano doni a Gesù. Un povero pastorello, che aiutava i pastori a custodire le greggi ma che non possedeva nemmeno un agnellino, era molto triste perché non poteva portare al Bambino un solo bocciolo di lana.
Non voleva andare alla capanna a mani vuote, senza regalo di Natale e per la strada guardava attentamente di qua e di là, sperando di trovare almeno un fiore. Nulla… Trovò solamente una pianta con tante foglioline verdi. “Non ho altro… Porterò a Gesù qualche rametto verde” pensò. Ma le foglie della pianta avevano tante spine, che entravano nelle sue mani e le facevano sanguinare. Il pastorello provava un gran dolore, ma continuava a staccare i rametti verdi.
Ripreso il cammino, giunse alla capanna e s’inginocchiò davanti al Bambino per fagli il suo regalo di Natale. Gesù gli sorrise e il pastorello offrì i rametti che avevano ferito le sue mani. Meraviglia!!! Erano diventati bellissimi, perché le goccioline di sangue si erano trasformate in tante palline rosse che risaltavano tra il verde delle foglie. Da quella volta, a Natale, le piante di pungitopo hanno tante palline rosse, proprio del colore del sangue
.
 
“La tradizione è custodia del fuoco, non della cenere”
  Gustav Mahler                         

mercoledì 21 dicembre 2011

Il tempo della memoria

Il Santo Natale è una festività che ha radici molto profonde e le fiabe e le leggende, narrate lungo i secoli, sono la testimonianza del segno lasciato nella nostra storia e vogliono in qualche modo spiegarci come sono nate le tradizioni legate all’albero di Natale, al presepe, alla stella di Natale e…ancora, ancora, ancora. È la magia del Natale!

La storia che segue mi è stata inviata da Flavio, che così ha scritto: “Cara maestra ho trovato una storia molto bella per Natale: Il pettirosso, che racconta di un dono che è di generosità, di fede e d'amore.


Il pettirosso
 
Nella stalla dove stavano dormendo Giuseppe, Maria e il piccolo Gesù, il fuoco si stava spegnendo. Presto ci furono soltanto alcune braci e alcuni tizzoni ormai spenti. Maria e Giuseppe sentivano freddo, ma erano cosi stanchi che si limitavano ad agitarsi inquieti nel sonno. Nella stalla c'era un altro ospite: un uccellino marrone. Era entrato nella stalla quando la fiamma era ancora viva; aveva visto il piccolo Gesù e i suoi genitori, ed era rimasto tanto contento che non si sarebbe allontanato da lì neppure per tutto l'oro del mondo. Quando anche le ultime braci stavano per spegnersi, l'uccellino pensò al freddo che avrebbe patito il bambino che dormiva sulla paglia della mangiatoia. Spiccò il volo e si posò su un coccio accanto all'ultima brace. Cominciò a battere le ali facendo aria sui tizzoni perché riprendessero ad ardere. Il piccolo petto bruno dell'uccellino diventò rosso per il calore che proveniva dal fuoco, ma il pettirosso non abbandonò il suo posto. Scintille roventi volarono via dalle brace e gli bruciarono le piume del petto ma egli continuò a battere le ali finché alla fine tutti i tizzoni arsero in una bella fiammata. Il piccolo cuore del pettirosso si gonfiò di orgoglio e di felicità quando il bambino Gesù sorrise sentendosi avvolto dal calore. Da allora il petto del pettirosso è rimasto rosso, come segno della sua devozione al bambino di Betlemme.

Grazie Flavio la storia è davvero molto bella e significativa!


La leggenda dell'albero di Natale


Accanto alla capanna dove era nato Gesù un alto abete faceva la guardia. In alto brillavano la cometa e tante altre stelline.
Giunsero i pastori e ognuno portava doni al Bambino.
Dove appoggiarli? Videro l’abete con i suoi larghi rami e ad uno a uno vi appesero i doni.
Improvvisamente dal cielo caddero tante piccole stelle lucenti che andarono a posarsi anch’esse sui rami dell’abete, rendendolo brillante.
I doni fatti, dal cuore generoso degli umili pastori, brillarono nella notte.


Il primo presepio


 

E' la notte di Natale del 1228 ed è quasi mezzanotte. In un paesino della vallata di Rieti, Greccio, un pastore esce dalla sua umile casa con la sua famiglia. Vogliono vedere l'accendersi dei fuochi nella vallata, come era usanza in quelle campagne per annunciare la nascita di Gesù.
Ma invece di fuochi vedono tante fiammelle in movimento: è una processione di uomini, donne e bambini che, con le torce accese per illuminare la notte, si recano al convento dove vivono i frati.
E nel convento tutti si fermano e cantano: in una stalla c'è il Bambino Gesù, nella mangiatoia, e accanto a lui ci sono Maria e Giuseppe.
È il primo presepio vivente. Lo ha voluto un frate, vestito con un umile saio e con i piedi scalzi, san Francesco d’Assisi.
La tradizione è la memoria del tempo

martedì 20 dicembre 2011

Il suono della Pace



"...L’angelo viola canta il grande canto della Pace… Allora tutti i semi che dormono sulla Terra si risvegliano e la Terra stessa ascolta e trasale; il canto degli angeli ci dice che Dio non ci dimentica  e che un giorno…"



La pace non nasce all'ombra dei generali, non nasce nelle firme dei trattati; non nasce dalle strette di mano dei potenti.
Ma nasce sempre da un cuore libero, da un cuore rinnovato, da un cuore aperto all'amore.  
Lascia che la pace ti tocchi con una piume delle sue ali, il mondo intorno a te avrà i colori più semplici e più belli.
Il tuo cuore sarà come un giardino per chi incontrerai per la via.
La pace se la vuoi e se ci credi nasce anche oggi, in ogni bimbo che nasce, che vede il suo primo raggio di luce.
Ma oggi tra un regalo e un brindisi nasce il Principe della pace in una terra sempre in guerra.





Apriamo il cuore a questo piccolo d'uomo portatore di una speranza per ogni uomo grande e piccolo.
La pace può incominciare davvero; inizia dal tuo cuore.
Daniel F. 1988



Le opere dell’amore
sono sempre opere di pace.
Ogni volta che dividerai
il tuo amore con gli altri,
ti accorgerai della pace
che giunge a te e a loro.
Dove c’è  pace c’è Dio,
è così che Dio riversa pace
e gioia nei nostri cuori.
La Matita di Dio


Non esiste una via per la pace, la Pace è la Via.


Dalai Lama


Ascoltiamo con "un cuore silenzioso e attento" il suono della Pace e un giorno potrà esserci...nel mondo...


lunedì 19 dicembre 2011

La Pace è...

La pace è più importante di ogni giustizia; e la pace non fu fatta per amore della giustizia, ma la giustizia per amore della pace
Martin Lutero



Uno e sette
Ho conosciuto un bambino che era sette bambini.
Abitava a Roma, si chiamava Paolo e suo padre era un tranviere.
Però abitava anche a Parigi, si chiamava Jean e suo padre lavorava in una fabbrica di automobili.
Però abitava anche a Berlino, e lassù si chiamava Kurt, e suo padre era un professore di violoncello.
Però abitava anche a Mosca, si chiamava Juri, come Gagarin, e suo padre faceva il muratore e studiava matematica.
Però abitava anche a Nuova Vork, si chiamava Jimmy e suo padre aveva un distributore di benzina.
Quanti ne ho detti? Cinque. Ne mancano due:
uno si chiamava Ciù, viveva a Shanghai e suo padre era un pescatore; l'ultimo si chiamava Pablo, viveva a Buenos Aires e suo padre faceva l'imbianchino.
Paolo, lean, Kurt, luri, Jimmy, Ciù e Pablo erano sette, ma erano sempre lo stesso bambino che aveva otto anni, sapeva già leggere e scrivere e andava in bicicletta senza appoggiare le mani sul manubrio.
Paolo era bruno, Jean biondo, e Kurt castano, ma erano lo stesso bambino. Juri aveva la pelle bianca, Ciù la pelle gialla, ma erano lo stesso bambino. Pablo andava al cinema in spagnolo e Jimmy in inglese, ma erano lo stesso bambino, e ridevano nella stessa lingua. Ora sono cresciuti tutti e sette, e non potranno più farsi la guerra, perché tutti e sette sono un solo uomo.
Gianni Rodari


La pace del cuore è il dono più grande che l’uomo possa desiderare.





Manifestare la pace
Qualcuno mi ha chiesto
perché non partecipo
a manifestazioni contro la guerra.
Ho risposto
che non lo farò mai.
Ma sono pronta a partecipare
a qualunque manifestazione
per la pace.
Madre Teresa

Per avere lo spirito pieno di pace occorre, semplicemente, riempirlo di pace. Tutto qui.
N.V. Peale


La pace è la migliore delle cose che siano date di conoscere all’uomo e una sola pace è da preferire a mille trionfi.
Silio Italico

La Pace è…un dono di Dio!

domenica 18 dicembre 2011

Il Canto della Pace

Nella quarta settimana e ultima settimana di Avvento, appare in cielo un angelo dal mantello viola. L'angelo passa su tutta la terra tenendo col braccio sinistro una cetra d'oro. Suona una musica dolcissima e canta soavemente. Egli canta il canto della pace. Molti piccoli angeli lo accompagnano e cantano con lui. " Pace in terra agli uomini di buona volontà".  Per poterlo udire occorre avere un cuore silenzioso ed attento.

                               
Se vuoi la Pace
dichiara guerra alla guerra
al tuo egoismo
che vuole tutto per sé
e non ti fa vedere il bisogno del tuo fratello.
Combatti ogni desiderio di dominio
che vuole farti comandare
nel gioco, a scuola, a casa,
dappertutto.
Se vuoi la Pace
cerca che tutti attorno a te
abbiano il necessario,
abbiano la possibilità di parlare:
siano liberi.
Come vuoi essere libero tu
di parlare, di lavorare, di pregare, di amare, di vivere.
La Pace incomincia da te.

Giuseppe Elba
dame larousse
La pace non è un sogno: può diventare realtà, ma per custodirla bisogna esser capaci di sognare.
Nelson Mandela
Se vuoi la pace mantieni sempre viva la fiamma dell’amore nel tuo cuore.
 
Ascoltiamo il Canto della Pace e la Pace inizierà dai nostri cuori

sabato 17 dicembre 2011

La luce della Speranza

La stella verde
In cielo c'erano migliaia di stelle di tutti i colori: bianche, argentate, dorate, rosse, blu e verdi.
Un giorno andarono da Dio e dissero: "Desideriamo andare sulla terra e poter vivere tra la gente".
"Così sia", rispose Dio. "Io vi lascio così piccole come siete, così che discretamente possiate scendere sulla terra".
E così, in quella notte, ci fu una meravigliosa pioggia di stelle. Qualcuna si fermò sul campanile, qualcun'altra volò con le lucciole sopra i campi, qualcun'altra ancora si mescolò tra i giocattoli dei bimbi, così che la terra era meravigliosamente scintillante.
Con il passare del tempo però le stelle decisero di lasciare la gente sulla terra e di fare ritorno in cielo.
"Perché siete tornate indietro?" chiese loro Dio.
"Signore, non potevamo stare sulla terra, dove c'è così tanta miseria, ingiustizia e violenza".
"Sì", disse Dio, "il vostro posto è qui in cielo. La terra è il luogo delle illusioni, il cielo è invece il luogo dell'eternità e della vita senza fine".
Quando tutte le stelle furono tornate indietro, Dio le contò e si accorse che ne mancava una. "Manca una di voi. Ha forse preso la strada sbagliata?"
Un angelo, che era nelle vicinanze, disse: "No, Signore, una stella ha deciso di rimanere tra la gente. Ha scoperto che il suo posto era là, dove c'è l'imperfezione, il limite, la miseria e il dolore".
"E chi è quindi questa stella?", volle sapere Dio.
"E' la stella verde, l'unica con questo colore, la stella della speranza".
Così quando ogni sera le stelle guardavano di sotto vedevano la terra meravigliosamente illuminata, perché in ogni dolore umano c'era una stella verde.

don Angelo Saporiti

Ogni alba che nasce porta con noi la speranza di un giorno migliore

Guarda intorno a te, ad ogni istante la Vita ricomincia
Sperare in una favola non vuol dire sognare ad occhi aperti, ma riuscire a realizzare un sogno…

Non lasciamo sfuggire la stella verde dai nostri cuori perché la speranza è una virtù che può aiutarci ad illuminare il nostro futuro e il futuro del mondo. L’importante è crederci e continuare a sperare, sperare, sperare e ancora sperare…La luce della Speranza vive in noi. È la luce della stella verde rimasta qui. Teniamo la sua luce sempre accesa. È la luce della Speranza!

venerdì 16 dicembre 2011

Un'eterna amicizia


L'albero degli amici

Tu
   che
   ne dici
   Signore se
   in questo Natale
   faccio un bell’albero
   dentro il mio cuore, e ci
   attacco, invece dei regali,
   i nomi di tutti i miei amici: gli
   amici lontani e gli amici vicini, quelli
   vecchi e i nuovi, quelli che vedo ogni gior-
   no e quelli che vedo di rado, quelli che ricordo
   sempre e quelli a volte dimenticati, quelli costanti
   e quelli alterni, quelli che, senza volerlo, ho fatto soffrire
   e quelli che, senza volerlo, mi hanno fatto soffrire, quelli che
   conosco profondamente e quelli che conosco appena, quelli che mi
  devono poco e quelli ai quali devo molto, i miei amici semplici ed i
miei   amici importanti, i nomi di tutti quanti sono passati nella mia vita.
Un albero con radici molto profonde, perché i loro nomi non escano   mai dal
mio cuore; un albero dai rami molto   grandi, perché i nuovi nomi venuti da
 tutto il    mondo si uniscano ai già esistenti, un albero con  un’ombra molto 
gradevole  affinché la nostra amicizia,
   sia un momento di riposo
   durante le lotte della vita
 

 
L’amicizia è uno dei doni più belli che il Signore ci abbia fatto. L’amico ci consola, ci rallegra, ci stupisce, ci aiuta, ci sta vicino. Anche Gesù è nostro amico. Egli così  disse:
“Io sono con voi ogni giorno, fino alla fine del mondo”. Sono il segno di una grande, infinita, eterna amicizia”.

Come possiamo coltivare l’amicizia?
Ieri a scuola abbiamo fatto il “Gioco dell’amicizia.” Ognuno si doveva impegnare a coltivare l’amicizia dei compagni manifestando piccoli gesti di affetto.
Annachiara si è resa disponibile a prestare i suoi oggetti scolastici.
Luigia, Giuseppe e Alessia hanno promesso che saranno più buoni con le loro mamme e i loro papà.
Giuseppe C. è stato più gentile con i compagni.
Tutti hanno lavorato più tranquillamente e Lucia è stata premurosa perché, accorgendosi che mi serviva una gomma per cancellare, è stata lesta a portarmi la sua. Giuseppe Karol invece, a merenda, voleva a tutti i costi darmi una crostatina. Il gioco continuerà. Lo spirito del Natale è anche questo…!


“Io sono con voi ogni giorno, fino alla fine del mondo”. Sono il segno di una grande, infinita, eterna amicizia”.