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Benvenuti a tutti. Ciao bambini. Sono la maestra Rosaria. Sorpresi? Anche se in ritardo ho mantenuto la promessa ed ora eccomi qua, su questo blog, dove passeremo un po' di tempo insieme. Saluto anche tutti i bambini e le colleghe che non conosco, sperando che vorranno condividere con noi esperienze, emozioni, sentimenti, sensazioni, idee.
Allora pronti? Salite tutti a bordo e ripercorriamo insieme le tappe più significative del nostro percorso.

giovedì 22 dicembre 2011

Le tradizioni nelle...leggende


La leggenda delle Palle di Natale
A Betlemme c'era un artista di strada molto povero che non aveva nemmeno un dono per il Bambino Gesù così egli andò da Gesù e fece ciò che sapeva fare meglio, il giocoliere, e lo fece ridere.
Questo è il perché ogni anno sull'albero di Natale appendiamo le Palle colorate: per ricordarci delle risate di Gesù Bambino.
E c’era una volta e c’è ancora oggi, un albero di Natale. Sempre diverso e sempre uguale, quasi un caro amico di famiglia che si presenta ogni anno per le vacanze, le sue vacanze, da Santa Lucia all’Epifania. Grande, piccolo, verde o dorato, testimone di ogni Natale, un amico con il quale aspettare l’apertura dei regali e l’occasione buona per scambiarsi gli auguri, per fare la pace, per dirsi anche una parola d’amore. E tutti vogliamo bene all’albero di Natale, ogni anno disposti ad arricchire il suo abbigliamento con nuove palline colorate, un puntale illuminato e addobbi d’oro e d’argento. È cresciuto con noi, cambiato ogni anno, sempre più bello agli occhi di chi guarda, occhi di bambino, ma anche occhi di adulto che vuole tornare bambino.
Per quei giorni di festa è lui a fare la guardia al focolare, a salutare quando si rientra a casa, a tenere compagnia a chi è solo. Una presenza che conforta, non solo nell’anima. È meglio se l’albero è di quelli con le radici, pronto a dismettere l’albero della festa e a compiere il suo dovere in mezzo ai boschi, a diventare grande, libero e felice.
Giulio Gavino

 
La stella di Natale
“Se hai dimenticato le  parole per  pregare, per avvicinarti al Cielo, raccogli un mazzo di Stelle sulla collina di Taxco, portalo nella tua casa e accendi una candela: sarà il miracolo della notte di Natale.” Tratta da un antico canto messicano

 


Narra una leggenda messicana, che una notte di Natale di tanto tempo fa, una bambina di nome Lola, era in chiesa e ammirava i doni che le persone più ricche, portavano all'altare.
La povera bimbetta soffriva di non poter fare altrettanto e piangendo chiese a Gesù, cosa potesse fare per dimostrargli il
suo amore. D'improvviso, una voce emerse da una luce immensa e le suggerì di uscire e di raccogliere un fascio di sterpi di erbe qualsiasi e di portarle in chiesa, deponendole sull'altare.Lola non se lo fece dire due volte, così, una volta raccolte le sterpi e portatele in chiesa, vide quelle sterpi trasformarsi in rami che sulle proprie sommità portavano quelle meravigliose stelline rosse e che alla luce delle candele, sembravano splendere.Tutti i presenti pensarono ad un miracolo così, la Poinsettia, divenne il simbolo del donare e dell'amore verso gli altri e da quel momento si diffuse largamente, tant'è che in Messico presero a comparire un po' ovunque. Il suo nome in Messico è "Flor de la Noche Buena", Fiore della Notte Santa, proprio in virtù della leggenda.


Il pungitopo


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Era la notte di Natale e pastori recavano doni a Gesù. Un povero pastorello, che aiutava i pastori a custodire le greggi ma che non possedeva nemmeno un agnellino, era molto triste perché non poteva portare al Bambino un solo bocciolo di lana.
Non voleva andare alla capanna a mani vuote, senza regalo di Natale e per la strada guardava attentamente di qua e di là, sperando di trovare almeno un fiore. Nulla… Trovò solamente una pianta con tante foglioline verdi. “Non ho altro… Porterò a Gesù qualche rametto verde” pensò. Ma le foglie della pianta avevano tante spine, che entravano nelle sue mani e le facevano sanguinare. Il pastorello provava un gran dolore, ma continuava a staccare i rametti verdi.
Ripreso il cammino, giunse alla capanna e s’inginocchiò davanti al Bambino per fagli il suo regalo di Natale. Gesù gli sorrise e il pastorello offrì i rametti che avevano ferito le sue mani. Meraviglia!!! Erano diventati bellissimi, perché le goccioline di sangue si erano trasformate in tante palline rosse che risaltavano tra il verde delle foglie. Da quella volta, a Natale, le piante di pungitopo hanno tante palline rosse, proprio del colore del sangue
.
 
“La tradizione è custodia del fuoco, non della cenere”
  Gustav Mahler                         

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