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Benvenuti a tutti. Ciao bambini. Sono la maestra Rosaria. Sorpresi? Anche se in ritardo ho mantenuto la promessa ed ora eccomi qua, su questo blog, dove passeremo un po' di tempo insieme. Saluto anche tutti i bambini e le colleghe che non conosco, sperando che vorranno condividere con noi esperienze, emozioni, sentimenti, sensazioni, idee.
Allora pronti? Salite tutti a bordo e ripercorriamo insieme le tappe più significative del nostro percorso.

mercoledì 21 dicembre 2011

Il tempo della memoria

Il Santo Natale è una festività che ha radici molto profonde e le fiabe e le leggende, narrate lungo i secoli, sono la testimonianza del segno lasciato nella nostra storia e vogliono in qualche modo spiegarci come sono nate le tradizioni legate all’albero di Natale, al presepe, alla stella di Natale e…ancora, ancora, ancora. È la magia del Natale!

La storia che segue mi è stata inviata da Flavio, che così ha scritto: “Cara maestra ho trovato una storia molto bella per Natale: Il pettirosso, che racconta di un dono che è di generosità, di fede e d'amore.


Il pettirosso
 
Nella stalla dove stavano dormendo Giuseppe, Maria e il piccolo Gesù, il fuoco si stava spegnendo. Presto ci furono soltanto alcune braci e alcuni tizzoni ormai spenti. Maria e Giuseppe sentivano freddo, ma erano cosi stanchi che si limitavano ad agitarsi inquieti nel sonno. Nella stalla c'era un altro ospite: un uccellino marrone. Era entrato nella stalla quando la fiamma era ancora viva; aveva visto il piccolo Gesù e i suoi genitori, ed era rimasto tanto contento che non si sarebbe allontanato da lì neppure per tutto l'oro del mondo. Quando anche le ultime braci stavano per spegnersi, l'uccellino pensò al freddo che avrebbe patito il bambino che dormiva sulla paglia della mangiatoia. Spiccò il volo e si posò su un coccio accanto all'ultima brace. Cominciò a battere le ali facendo aria sui tizzoni perché riprendessero ad ardere. Il piccolo petto bruno dell'uccellino diventò rosso per il calore che proveniva dal fuoco, ma il pettirosso non abbandonò il suo posto. Scintille roventi volarono via dalle brace e gli bruciarono le piume del petto ma egli continuò a battere le ali finché alla fine tutti i tizzoni arsero in una bella fiammata. Il piccolo cuore del pettirosso si gonfiò di orgoglio e di felicità quando il bambino Gesù sorrise sentendosi avvolto dal calore. Da allora il petto del pettirosso è rimasto rosso, come segno della sua devozione al bambino di Betlemme.

Grazie Flavio la storia è davvero molto bella e significativa!


La leggenda dell'albero di Natale


Accanto alla capanna dove era nato Gesù un alto abete faceva la guardia. In alto brillavano la cometa e tante altre stelline.
Giunsero i pastori e ognuno portava doni al Bambino.
Dove appoggiarli? Videro l’abete con i suoi larghi rami e ad uno a uno vi appesero i doni.
Improvvisamente dal cielo caddero tante piccole stelle lucenti che andarono a posarsi anch’esse sui rami dell’abete, rendendolo brillante.
I doni fatti, dal cuore generoso degli umili pastori, brillarono nella notte.


Il primo presepio


 

E' la notte di Natale del 1228 ed è quasi mezzanotte. In un paesino della vallata di Rieti, Greccio, un pastore esce dalla sua umile casa con la sua famiglia. Vogliono vedere l'accendersi dei fuochi nella vallata, come era usanza in quelle campagne per annunciare la nascita di Gesù.
Ma invece di fuochi vedono tante fiammelle in movimento: è una processione di uomini, donne e bambini che, con le torce accese per illuminare la notte, si recano al convento dove vivono i frati.
E nel convento tutti si fermano e cantano: in una stalla c'è il Bambino Gesù, nella mangiatoia, e accanto a lui ci sono Maria e Giuseppe.
È il primo presepio vivente. Lo ha voluto un frate, vestito con un umile saio e con i piedi scalzi, san Francesco d’Assisi.
La tradizione è la memoria del tempo

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