Nei primi giorni di marzo, a New York, le operaie dell'industria tessile Cotton avevano dato inizio ad una serie di proteste contro le inumane condizioni in cui erano costrette a lavorare.
L'8 marzo il proprietario, Mr. Johnson, temendo azioni di sciopero e altre manifestazioni, bloccò le porte della fabbrica per impedire alle operaie di uscire. Nello stabilimento scoppiò un incendio e le 129 operaie prigioniere morirono arse dalle fiamme.
In seguito questa data venne proposta come giornata di lotta internazionale, a favore delle donne, da Rosa Luxemburg, proprio in ricordo della tragedia in quella fabbrica americana.
Con il diffondersi e il moltiplicarsi delle iniziative, che vedevano come protagoniste le rivendicazioni femminili in merito al lavoro e alle condizioni sociali, la data dell'8 marzo assunse un'importanza mondiale, diventando, grazie alle associazioni femministe, il simbolo delle ingiustizie e delle sottomissioni che le donne dovettero subire nel corso dei secoli, ma anche il punto di partenza per il loro riscatto e la conquista della parità sociale rispetto agli uomini.
La scelta della mimosa come simbolo dell’8 marzo è stata fatta in Italia, esattamente nel 1946.
L’UDI (Unione Donne Italiane) stava preparando il primo "8 marzo" del Dopoguerra, e si pose il problema di trovare un fiore che potesse caratterizzare questa Giornata femminile.
Alle donne romane piacquero quei fiori gialli dal profumo particolare, che avevano anche il vantaggio di fiorire proprio nel periodo giusto e non costavano tantissimo.
E così la mimosa divenne da allora il fiore simbolo delle donne e dell'8 marzo. Il tulipano è il simbolo mondiale.
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