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Benvenuti a tutti. Ciao bambini. Sono la maestra Rosaria. Sorpresi? Anche se in ritardo ho mantenuto la promessa ed ora eccomi qua, su questo blog, dove passeremo un po' di tempo insieme. Saluto anche tutti i bambini e le colleghe che non conosco, sperando che vorranno condividere con noi esperienze, emozioni, sentimenti, sensazioni, idee.
Allora pronti? Salite tutti a bordo e ripercorriamo insieme le tappe più significative del nostro percorso.

lunedì 21 aprile 2014

La leggenda della pastiera

Bambini, voglio augurarvi una splendida Pasquetta. Oggi sicuramente gusterete ancora una volta la pastiera, il gustoso dolce napoletano che solo noi a Napoli sappiamo fare così bene e, dal momento che stiamo analizzando le leggende, ho pensato di narrarvi come è nata la "vera"... pastiera nella speranza di allietare ulteriormente la vostra gita fuori porta. Ancora tanti auguri e tanto tanto divertimento.

La leggenda della pastiera


Si narra che la sirena Partenope incantata dalla bellezza del golfo, disteso tra Posillipo ed il Vesuvio, avesse fissato lì la sua dimora. Ogni primavera la bella sirena emergeva dalle acque per salutare le genti felici che popolavano il golfo, allietandole con canti d'amore e di gioia. Una volta la sua voce fu così melodiosa e soave che tutti gli abitanti ne rimasero affascinati e rapiti: accorsero verso il mare commossi dalla dolcezza del canto e delle parole d'amore che la sirena aveva loro dedicato. Per ringraziarla di un così grande diletto, decisero di offrirle quanto di più prezioso avessero. Sette fra le più belle fanciulle dei villaggi furono incaricate di consegnare i doni alla bella Partenope: la farina, forza e ricchezza della campagna; la ricotta, omaggio di pastori e pecorelle; le uova, simbolo della vita che sempre si rinnova; il grano tenero, bollito nel latte, a prova dei due regni della natura; l'acqua di fiori d'arancio, perché anche i profumi della terra solevano rendere omaggio; le spezie, in rappresentanza dei popoli più lontani del mondo; infine lo zucchero, per esprimere l'ineffabile dolcezza profusa dal canto di Partenope in cielo, in terra, ed in tutto l'universo. La sirena, felice per tanti doni, si inabissò per fare ritorno alla sua dimora cristallina e depose le offerte preziose ai piedi degli dei. Questi, inebriati anche essi dal soavissimo canto, riunirono e mescolarono con arti divine tutti gli ingredienti, trasformandoli nella prima Pastiera che superava in dolcezza il canto della stessa sirena.
dal web
Buona Pasquetta!!!

domenica 20 aprile 2014

Auguri speciali

                                                      Scopri il segreto…
                                                
Auguri un po’ speciali? Divertitevi a comporre il puzzle…
                                                                                       
 

sabato 19 aprile 2014

Risorto è il Signore!

È Pasqua!!!



C'è qualche cosa nell'aria
di questa mattina,
così cristallina,
che mormora al cuore
soavi parole d'amore.
C'è qualche cosa nel cielo
di pallido azzurro,
ch'è come un sussurro
lontano,
 ch'è come un sospiro divino
che invita alla pace,
che invita all'amore:
Risorge il Signore!
Un suono festoso
di mille campane,
vicine, lontane,
cullato dal vento,
più intenso, più lento,
più forte più piano,
si snoda dal piano,
risponde dai monti
in echi giocondi:
Risorge il signore!
Intorno,
c'è aria di festa
che tinge la terra
di mille colori
che passa per l'aria
con trilli canori;
che brilla nel sole,
che canta con gioia
un inno d'amore:
Risorto è il Signore:
Alleluia!
 

Buona Pasqua a tutti, bambini. Che la Pace del Signore ci accompagni sempre nel nostro cammino e  illumini il sentiero della nostra vita.
 

venerdì 18 aprile 2014

Il giorno dei Sepolcri

I Sepolcri sono uno dei riti pasquali più suggestivi e più religiosamente sentiti. Nelle foto il bellissimo sepolcro allestito nella chiesa dei SS. Ciro e Giovanni di Vico Equense.
 
 

 
 
"La tradizione è la custodia del fuoco, non l'adorazione della cenere."
 Gustav Mahler
 

Il giorno del Silenzio

Sabato Santo
Siediti ai bordi dell'aurora...
per te si leverà il sole.
Siediti ai bordi della notte...
per te scintilleranno le stelle.
Siediti ai bordi del torrente...
per te canterà l'usignolo.
Siediti ai bordi del silenzio...
Dio ti parlerà.
Swami ViveKananda    
Il silenzio schiude le sorgenti dell'anima!
S.Orione


giovedì 17 aprile 2014

Giovedì Santo

Bambini, gli eventi che condussero alla morte di Gesù sono commemorati ogni anno con la festività della Pasqua. Ecco cosa avvenne. Gesù e i dodici discepoli da lui scelti si recarono  a Gerusalemme per celebrare la Pasqua ebraica, una festa che ricordava la liberazione degli Ebrei dalla schiavitù d'Egitto. Gesù sapeva di correre gravi rischi:  diceva troppo chiaramente la verità, condannava le ingiustizie,  si opponeva ai capi religiosi  mettendo in discussione il loro potere e le loro idee, perdonava i peccatori e aveva osato dischiararsi Figlio di Dio. Per tutti questi motivi i capi religiosi e i capi del popolo volevano farlo morire. Questa speciale ricorrenza della Pasqua ebraica, perciò, sarebbe stata l'ultima cena che Gesù e i dodici discepoli avrebbero consumato insieme.
Ora guardate questo bellissimo video dell’Ultima Cena. Ci farà comprendere con maggiore efficacia l'amore che Dio nutre per tutti gli uomini.
 
 
Preghiera del Giovedì Santo
Se dovessi scegliere
 una reliquia della Tua Passione,
 prenderei proprio quel catino
 colmo d'acqua sporca.
 Girare il mondo con quel recipiente
 e ad ogni piede
 cingermi dell'asciugatoio
 e curvarmi fino a terra,
 non alzando mai lo sguardo oltre il polpaccio
 per non distinguere
 i nemici dagli amici,
 e lavare i piedi del vagabondo,
 dell'ateo, del drogato,
 del carcerato, dell'omicida,
 di chi non mi saluta più,
 di quel compagno per cui non prego più,
 in silenzio,
 perché tutti capiscano il tuo amore
 nel mio.
 Madeleine Delbrêl

 
Papa Francesco si china per lavare e baciare i piedi a dodici disabili, nel Centro Don Gnocchi di Via Casal del Marmo. Tre gli stranieri, tra cui un giovane libico di religione musulmana.
 
 

martedì 15 aprile 2014

Leggende di Pasqua


Come concordato pubblico il racconto “La leggenda della passiflora.”  Ad essa ho aggiunto altre leggende che, seppur non legate strettamente ai fatti  narrati nei vangeli, come i suggestivi e  antichi riti, sono bellissime e commoventi, perché contribuiscono ad impreziosire le vicende legate  alla figura del Cristo e a comprendere il profondo significato del suo estremo sacrificio e del suo eterno amore per tutti noi.
 
La leggenda della passiflora 
 
 Nei giorni lontani, quando il mondo era tutto nuovo, la primavera fece balzare dalle tenebre verso la luce tutte le piante della Terra, e tutte fiorirono come per incanto. Solo una pianta non udì il richiamo della primavera, e quando finalmente riuscì a rompere la dura zolla la primavera era già lontana.
«Fa che anch’io fiorisca, o Signore!»,  pregò la piantina.
«Tu pure fiorirai»,  rispose il Signore.
«Quando?» chiese con ansia la piccola pianta senza nome.
«Un giorno…» e l’occhio di Dio si velò di tristezza.
Era ormai passato molto tempo, la primavera anche quell’anno era venuta e al suo tocco le piante del Golgota avevano aperto i loro fiori.
Tutte le piante, fuorché la piantina senza nome.
Il vento portò l’eco di urla sguaiate, di gemiti, di pianti: un uomo avanzava fra la folla urlante, curvo sotto la croce, aveva il volto sfigurato dal dolore e dal sangue…
«Vorrei piangere anche io come piangono gli uomini»,  pensò la piantina con un fremito.
Gesù in quel momento le passava accanto e una lacrima mista a sangue cadde sulla piantina pietosa.
Subito sbocciò un fiore bizzarro che portava nella corolla gli strumenti della passione: una corona, un martello, dei chiodi…era la passiflora, il fiore della passione.

 



La leggenda del salice
 
Gesù saliva verso il Calvario, portando sulle spalle piagate la croce pesante. Sangue e sudore scendevano a rigare il volto santo coronato di spine. Vicino a Lui camminava la Madre, insieme ad altre pie donne.
Gli uccellini, al passaggio della triste processione, si rifugiavano, impauriti, tra i rami degli alberi.
Ad un tratto, Gesù stramazzò al suolo. Due soldatacci, armati di frusta, si precipitarono su di Lui, allontanando la Madre, che tentava di rialzarlo: «Su, muoviti! E tu, donna, stàttene da parte.»
Gesù tentò di rialzarsi, ma la croce troppo pesante glielo impedì.
Era caduto ai piedi di un salice ...Cercò inutilmente di aggrapparsi al tronco. Allora l'albero pietoso chinò fino a terra i suoi rami lunghi e sottili perché potesse, afferrandosi ad essi, rialzarsi con minor fatica. Quando Gesù riprese il faticoso cammino, l'albero rimase coi rami pendenti verso terra: perciò fu chiamato Salice Piangente
 



 La leggenda del melograno

 
Gesù saliva faticosamente la via del Calvario. Dalla Sua fronte trafitta di spine cadevano gocce di sangue. Gli Apostoli, timorosi, seguivano Gesù da lontano, per non farsi vedere; ed uno di essi, quando il triste corteo era passato, raccoglieva i sassolini arrossati dal sangue benedetto di Gesù e li metteva in un sacchetto. A sera gli Apostoli si radunarono tutti tristi nel Cenacolo; l'apostolo pietoso trasse di tasca il sacchetto per mostrare ai compagni le reliquie del sangue di Gesù; ma nel sacchetto trovò un frutto nuovo, dalla buccia spessa ed aspra dentro alla quale erano tanti chicchi, rossi come il sangue di Gesù. Era nato il melograno.
   La leggenda del pettirosso
 
 
Gesù era sulla Croce. Le spine della corona che stringeva la fronte si conficcavano nelle sue bianche carni facendo uscir grosse gocce di sangue.
Un uccellino, che volava poco distante, vedendo la sofferenza di Gesù, sentì tanta pietà per Lui.
Gli si avvicinò con un leggero pispiglio.
Cosa disse l'uccellino? Forse rimproverò gli uomini di essere stati cattivi, forse, rivolse a Gesù tenere parole di consolazione. Poi tentò di portargli aiuto e col becco tolse alcune di quelle spine che lo torturavano. Le piume dell'uccellino caritatevole si macchiarono di rosso.
L'uccellino conservò, come prova di amore, quelle gocce di sangue sul suo cuoricino. Gli uomini vedendolo lo chiamarono «pettirosso». Ancora oggi tutti gli uccellini che appartengono alla famiglia dei pettirossi hanno sul petto qualche piumetta sanguigna.

 

domenica 13 aprile 2014

La Domenica delle Palme

Auguri di Pace a tutto il Mondo
  
La tradizione delle palme di confetti nella Penisola Sorrentina


 In costiera sorrentina la Domenica delle Palme, che precede la Pasqua, è accompagnata da una tradizione secolare, quella delle palme di confetti, la cui origine si perde nella notte dei tempi.
La leggenda tramanda che, durante una Domenica delle Palme del XVI secolo, mentre i sorrentini si preparavano a recarsi in chiesa per la benedizione dell'ulivo, risuonò l'allarme delle campane per l'ennesima invasione dei saraceni.
Il prete uscì sulla soglia della chiesa con l'aspersorio, invitando tutti a benedire le palme, prima di correre ad armarsi.
Tutti entrarono in chiesa, tranne un giovane pescatore il quale si fece il segno della croce e si recò sulla spiaggia di Marina Grande, attirato da un misterioso richiamo.
Mentre il prete benediceva i ramoscelli d'ulivo, scoppiò una tempesta che fece affondare tutte le navi dei saraceni. Si salvò soltanto una giovane schiava, trascinata dalle onde sulla spiaggia, dove venne raccolta dal pescatore.
Il giovane la condusse in chiesa ed annunciò il miracolo dell'affondamento delle navi saracene.
Si verificò, a questo punto, un secondo miracolo. La fanciulla, gettatasi a terra, gridò piangendo di volere diventare cristiana, per ringraziare Dio d'averla salvata dalla morte e dalla schiavitù.
Al prete, che le assicurava che avrebbe esaudito il desiderio, ella offrì l'unico bene in suo possesso: da un sacchetto legato al collo, tirò fuori una manciata di confetti bianchi, portati dalla sua terra. Dopo essere stati benedetti, i confetti furono distribuiti tra i presenti e, in seguito, i sorrentini ne appresero dalla bella saracena il segreto della fabbricazione.
Da allora rami di ulivo, decorati con nastri, confetti e piccole forme di formaggio caciocavallo, vengono portati a benedire in occasione della Domenica delle Palme, con grande partecipazione popolare.

(dal web)

Il nostro bellissimo Paese nel giorno delle Palme. Anche il mare sembra
augurarci PACE PACE PACE

 
 
 
 
 
 

sabato 5 aprile 2014

La città dei dinosauri

Partenza da Vico Equense per San Lorenzello
Ad un'ora dall'alba
 
 Giornata indimenticabile trascorsa alla scoperta di un mondo affascinante come quello dell’Era Giurassica, agli albori della vita sul nostro pianeta.
 
















Alle origini del Tutto
 
 
Alla scoperta della Terra in 3D
 
Alla scoperta del complesso industriale che ha portato in giro per il mondo il nome di Benevento, la Strega Alberti







Alla scoperta di un mondo dolce: quante leccornie!!!


 


Al tramonto la nostra bellissima cittadina aspetta il nostro ritorno.

 
Le gioie e le scoperte di ogni singolo giorno fanno parte di un intero viaggio. E che viaggio sorprendente il nostro!!!