Come concordato pubblico il racconto “La leggenda della passiflora.” Ad essa ho aggiunto altre leggende che, seppur non legate strettamente ai fatti narrati nei vangeli, come i suggestivi e antichi riti, sono bellissime e commoventi, perché contribuiscono ad impreziosire le vicende legate alla figura del Cristo e a comprendere il profondo significato del suo estremo sacrificio e del suo eterno amore per tutti noi.
La leggenda della passiflora
«Fa che anch’io fiorisca, o Signore!», pregò la piantina.
«Tu pure fiorirai», rispose il Signore.
«Quando?» chiese con ansia la piccola pianta senza nome.
«Un giorno…» e l’occhio di Dio si velò di tristezza.
Era ormai passato molto tempo, la primavera anche quell’anno era venuta e al suo tocco le piante del Golgota avevano aperto i loro fiori.
Tutte le piante, fuorché la piantina senza nome.
Il vento portò l’eco di urla sguaiate, di gemiti, di pianti: un uomo avanzava fra la folla urlante, curvo sotto la croce, aveva il volto sfigurato dal dolore e dal sangue…
«Vorrei piangere anche io come piangono gli uomini», pensò la piantina con un fremito.
Gesù in quel momento le passava accanto e una lacrima mista a sangue cadde sulla piantina pietosa.
Subito sbocciò un fiore bizzarro che portava nella corolla gli strumenti della passione: una corona, un martello, dei chiodi…era la passiflora, il fiore della passione.
La leggenda del salice
Gesù saliva verso il Calvario, portando sulle spalle piagate la croce pesante. Sangue e sudore scendevano a rigare il volto santo coronato di spine. Vicino a Lui camminava la Madre, insieme ad altre pie donne.
Gli uccellini, al passaggio della triste processione, si rifugiavano, impauriti, tra i rami degli alberi.
Ad un tratto, Gesù stramazzò al suolo. Due soldatacci, armati di frusta, si precipitarono su di Lui, allontanando la Madre, che tentava di rialzarlo: «Su, muoviti! E tu, donna, stàttene da parte.»
Gesù tentò di rialzarsi, ma la croce troppo pesante glielo impedì.
Era caduto ai piedi di un salice ...Cercò inutilmente di aggrapparsi al tronco. Allora l'albero pietoso chinò fino a terra i suoi rami lunghi e sottili perché potesse, afferrandosi ad essi, rialzarsi con minor fatica. Quando Gesù riprese il faticoso cammino, l'albero rimase coi rami pendenti verso terra: perciò fu chiamato Salice Piangente La leggenda del melograno
La leggenda del pettirosso
Gesù era sulla Croce. Le spine della corona che stringeva la
fronte si conficcavano nelle sue bianche carni facendo uscir grosse gocce di
sangue.
Un uccellino, che volava poco distante, vedendo la sofferenza di
Gesù, sentì tanta pietà per Lui.
Gli si avvicinò con un leggero pispiglio.
Cosa disse l'uccellino? Forse rimproverò gli uomini di essere
stati cattivi, forse, rivolse a Gesù tenere parole di consolazione. Poi tentò
di portargli aiuto e col becco tolse alcune di quelle spine che lo torturavano.
Le piume dell'uccellino caritatevole si macchiarono di rosso.
L'uccellino conservò, come prova di amore, quelle gocce di
sangue sul suo cuoricino. Gli uomini vedendolo lo chiamarono «pettirosso».
Ancora oggi tutti gli uccellini che appartengono alla famiglia dei pettirossi
hanno sul petto qualche piumetta sanguigna.
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