http://www.gifanimate.net/glitter/http://www.gifanimate.net/glitter/http://www.gifanimate.net/glitter/http://www.gifanimate.net/glitter/http://www.gifanimate.net/glitter/http://www.gifanimate.net/glitter/http://www.gifanimate.net/glitter/http://www.gifanimate.net/glitter/http://www.gifanimate.net/glitter/
Benvenuti a tutti. Ciao bambini. Sono la maestra Rosaria. Sorpresi? Anche se in ritardo ho mantenuto la promessa ed ora eccomi qua, su questo blog, dove passeremo un po' di tempo insieme. Saluto anche tutti i bambini e le colleghe che non conosco, sperando che vorranno condividere con noi esperienze, emozioni, sentimenti, sensazioni, idee.
Allora pronti? Salite tutti a bordo e ripercorriamo insieme le tappe più significative del nostro percorso.

giovedì 19 marzo 2015

Festa del Papà 2015


Quando il buon Dio decise di creare il padre, co­minciò con una struttura piuttosto alta e robusta. Allora un angelo che era lì vicino gli chiese: «Ma che razza di padre è questo? Se i bambini hai deciso che li farai alti come un soldo di cacio, perché hai fatto il padre così grande? Non potrà giocare con le biglie senza met­tersi in ginocchio, rimboccare le coperte al suo bam­bino senza chinarsi e nemmeno baciarlo senza quasi piegarsi in due!».
Dio sorrise e rispose: «E’ vero, ma se lo faccio piccolo come un bambino,  i bambini non avranno nes­suno su cui alzare lo sguardo.»
Quando poi fece le mani del padre, Dio le mo­dellò abbastanza grandi e muscolose.
L’angelo scosse la testa e disse: «Ma.. mani co­sì grandi non possono aprire e chiudere spille da ba­lia, abbottonare e sbottonare bottoncini e nemmeno legare treccine o togliere una scheggia da un dito.»
Dio sorrise e disse: «Lo so, ma sono abbastanza grandi per contenere tutto quello che c’è nelle tasche di un bambino e abbastanza piccole per poter strin­gere nel palmo il suo piccolo viso.»
Dio stava creando i due più grossi piedi che si fos­sero mai visti, quando l’angelo sbottò: «Non è giu­sto. Credi davvero che queste due barche riusci­rebbero a saltar fuori dal letto la mattina presto quando il piccolo piange? O a passare fra un mucchio di bambini che giocano, senza schiacciarne almeno due?»
Dio sorrise e rispose: «Sta tranquillo, andranno benissimo. Vedrai: serviranno a tenere in bilico un bambino che vuol giocare a cavalluccio o a scaccia­re i topi nella casa di campagna oppure a sfoggiare scarpe che non andrebbero bene a nessun altro.»
Dio lavorò tutta la notte, dando al padre poche parole, ma una voce ferma e autorevole; occhi che ve­devano tutto, eppure rimanevano calmi e tolleranti. Infine, dopo essere rimasto un po’ sovrappensiero, aggiunse un ultimo tocco: le lacrime. Poi si volse verso l’angelo e domandò: «E adesso sei convinto che un padre possa amare quanto una madre?».
                                                                                                             E. Bombeck


 
O’ Faro
 
Se dinto o’ core tuo
io putesse trasì
truvarria certamente
o’ bene ca dico io.
Nu bbene appassiunato
ca nun se ver ‘a fora,
chillo me fa sèntere
sicuro e forte ancòra.
Oggi che è a festa toia
te voglio dì papà:
chello ca ‘mpietto palpita
t’ può cunsulà.
Tu brill nmiezzo o’ mare
e io son a varchetella
ca s’adda arreparà.
Riest allummnato sempre
faro da vita mia.
Sulo accussì sto core
a via non perdarrà
 
 
Auguri a tutti i Papà del mondo